Gli ex sindaci della Capitale Ignazio Marino e Gianni
Alemanno affidano la loro storia a due libri di prossima uscita, tutti e due escono
in concomitanza con le elezioni amministrative, mai come in questo caso
politica e mercato (editoriale) coincidono.
Quello di Ignazio Marino s’intitola, in maniera efficace
“Un marziano a Roma”, quello di Gianni Alemanno, ancor più enfatico, “Verità Capitale”.
Entrambi i testi, pur da sponde diverse, suonano come
atti di accusa verso un apparato politico che si nutre d’intrighi e tradimenti,
di un sistema imprenditoriale onnivoro e affamato, di un proliferare d’affari
più o meno leciti che attraversano il sottosuolo di Roma.
Marino accusa senza mezzi termini Renzi di averlo
fatto fuori, di aver avuto contro i giornali di certi gruppi economici.
Alemanno invece parte da un’ammissione di colpa, riconoscendo
“la debolezza e l'impreparazione della mia squadra di governo”. Salvo poi prendersela
con tutta una serie di esponenti del centrosinistra, sottolineando la
differenza di trattamento “tra me e loro”.
Insomma dalle prime anticipazioni vien fuori una lettura
istruttiva, utile per capire un mondo complicato come quello romano.
Città difficile Roma, negli ultimi anni ha subito di
quegli scossoni che avrebbero fatto crollare il Foro se non fosse stato
edificato quando, chi fregava sulla malta e sulle pietre, veniva messo a morte.
Sussulti così forti, che avranno, ne siamo quasi
certi, un riverbero sulle prossime elezioni amministrative, dove si prefigura
un testa a testa tra PD e cinque stelle, con l’incognita ballottaggio e, allo spareggio,
lo sanno anche i gatti del Colosseo, la destra riverserà le sue preferenze sui
pentastellati.
Scosse tanto forti da far crollare amministrazioni
insediate da tempo sono avvenute anche altrove.
Dalle nostre parti Castiglioni è un esempio: a partire
dal dissesto del Comune, attraverso una guerra fratricida nel centrosinistra, si
è arrivati alla vittoria di una lista civica, composta in gran parte da bravi
ragazzi che però, dopo appena due anni, ha lasciato il posto al partitismo.
Niente di male, anzi trovare qualcuno che dice sono di
destra, di sinistra, di centro è un titolo di merito. Quasi tutti si rifugiano dietro
sigle improbabili, a questa categoria si ascrivono i nuovisti, i giovanilisti,
i riciclati e gli smemorati. Cioè coloro che si sono scordati quello che erano
e oggi inveiscono contro i vecchi amici. Ma così va il mondo ed è inutile
arrabbiarsi.
Sarebbe però interessante, sulla scia di quanto è
accaduto a Roma, che qualcuno e non è escluso che non ci stia pensando, trasferisse
in un libro la storia di Castiglioni degli ultimi cinque anni.
Sarebbe un’opera corposa, un incrocio tra romanzo
gotico e giallo d’annata, con i contenuti del feuilleton,
del romanzo d’appendice. Ci si potrebbe trovare di tutto: perfidia, tradimento,
vigliaccheria, menzogna, riabilitazione morale, pentimento, colpa.
Ingredienti adatti per un vasto
pubblico. Perchè non è vero un cazzo che alla gente queste faccende non
interessano. Sapete chi vuole chiudere ogni cosa sotto una bella pietra tombale?
Chi ha speculato sopra queste vicende o chi, avendo sposato una tesi, la porta
avanti fino in fondo, a costo di crepare.
Se ci sarà un narratore che vuol
ragionare dei fatti castiglionesi, dovrebbe per prima cosa porsi una domanda:
Chi ha paura dei fatti? Di solito hanno pura delle prove i colpevoli, non a
caso quando le inchieste prendono una brutta piega gli accusati tirano a insabbiare,
nascondere, coprire. Qui avviene il contrario. I presunti colpevoli gridano di
voler conoscere la verità e quelli che invece avrebbero interesse a che il
marcio venga fuori esigono che non se ne parli. Un mondo rovesciato. Per questo
un bel libro ci starebbe proprio bene, verrebbero fuori cose che, come dice Roy
nel film Blade Runner, “voi umani non potreste
immaginarvi”.
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