giovedì 10 marzo 2016

STRAGE DI ANIMALI, BRUTTO IMPATTO SUL TURISMO

Non tutti, in particolare amministratori locali e operatori turistici, si rendono conto dell’impatto che avrà la legge regionale n. 10 del 9 febbraio 2016: “legge obbiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana”. Infatti, a prima vista,  non c’è nessun rapporto tra fauna, governo e  flussi turistici.

A prima vista è così, però guardiamo quello che potrebbe succedere: con questo provvedimento, si autorizza, in nome della conservazione delle specie autoctone e dei “valori ambientali tipici del paesaggio rurale regionale”, una strage di cinghiali, daini, caprioli e mufloni.

Un’estremizzazione bella e buona per risolvere un problema che effettivamente esiste (quello dei danni al patrimonio agricolo da parte degli animali selvatici) ma che poteva trovare altre soluzioni, sicuramente meno cruente e meno invasive.
Si è invece preferita la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente: tu guasti le colture, io ti sparo, senza tener conto delle conseguenze che saranno, per molti aspetti, nefaste.
Sarà utile comprendere i rischi per evitare di arrabbiarsi quando ormai sarà troppo tardi per mettere una pezza.
Punto primo: la caccia a questi animali sarà aperta trecentosessantacinque giorni l’anno, compreso il periodo estivo quando gli animali possono rifiatare dopo i lunghi mesi della stagione venatoria, una vera crudeltà, specialmente quando ci sono in giro i cuccioli.
Secondo, sarà consentito sparare agli ungulati nelle così dette “zone bianche” e in quelle di ripopolamento cattura, cioè quelle porzioni di territorio dove fino ad oggi questo tipo di caccia non era consentito oppure l’attività venatoria era vietata del tutto.
Qui nasce subito un problema. In molte di quelle zone ci sono agriturismi, relais, piste ciclabili, percorsi nel verde, itinerari trekking. Nel periodo estivo molte di quelle zone diventano a tutti gli effetti turistiche.
Come si concilia la presenza di turisti, specialmente stranieri, di ciclisti, di viandanti con decine di cacciatori appostati sulle altane, muniti di carabine che sparano fino a un chilometro di distanza?
Diventa complicato mettere insieme un’economia turistica, basta in buona parte su una clientela notoriamente sensibile ai temi ambientali, con un’apertura della caccia indiscriminata agli animali del bosco. Possibile che nessuno si sia reso conto dei pericoli a cui questo provvedimento può portare?
Terzo, quando si riaprirà in autunno la caccia vagante (quella fatta col cane per intenderci) nelle zone bianche si rischia di avere un conflitto serio tra cacciatori. Ci saranno quelli in appostamento fisso e quelli in giro con il proprio ausiliario (il cane): un casino immane, da mettersi le mani nei capelli.
Quarto, si consente la vendita della carne degli animali abbattuti, il pericolo è di introdurre una sorta di mercato parallelo rispetto a quello ufficiale.
Quinto, ai comuni viene data  la possibilità, per lo svolgimento delle attività faunistico venatorie, di individuare percorsi per i fuoristrada in deroga alle leggi vigenti. Questo significa che sentieri e tratturi, fino a oggi vietati a questo tipo di veicoli a motore saranno percorribili. Già oggi i fuoristrada provocano un bel po’ di danni alle strade di montagna, in questo modo il disastro sarà completo.
Come si vede, di là dagli aspetti etici, anche noi per principio siamo contrari alle stragi indiscriminate di animali, verranno fuori problemi pratici molto seri.
Altro che difendere il territorio! Con queste norme si rischia di allontanare i turisti e rendere difficilmente vivibile un bel po’ di Toscana. 



Nessun commento:

Posta un commento