lunedì 7 marzo 2016

LA MASSIMA DI CUCINELLI E L'ECONOMIA LOCALE

Che Brunello Cucinelli rappresenti un fenomeno mediatico, oltre che imprenditoriale, è un fatto accertato. Ma il re del Cachemire non è solo l’uomo che ha ristrutturato un borgo facendone un esempio di come si possa coniugare impresa e territorio, non è solo l’imprenditore che cita i filosofi classici e chiede ai suoi dipendenti di essere persone prima ancora che lavoratori, Cucinelli è uno che le dice chiare.

Durante “una convention di Monte dei Paschi di Siena pare che abbia iniziato a illustrare alla platea le difficoltà che gli imprenditori trovano per accedere al credito. E per farlo racconta un aneddoto: una banca, gli chiedeva di avere il 25% di patrimonio netto, rispetto al fatturato, per avere una linea di finanziamento. Il che equivale a dire che per ottenere un prestito da una banca devi prima dimostrare che non ne hai bisogno. -Facile, troppo facile – secondo Cucinelli – fare banca così-. A quel punto si è rivolto alla traduttrice, chiedendole di tradurre alla lettera quello che stavo per dire ed ha esposto questa massima: ‘Bravi, bravi…è facile scopare col cazzo duro, scopa col cazzo moscio”.

Non conosciamo le reazioni del pubblico, quello che posiamo dire è che Cucinelli ha centrato, in maniera colorita, il problema: il credito rimane centrale per superare lo stato di difficoltà di qualunque economia, escluso quelle pianificate che ormai non esistono più. Pretendere che le imprese, in particolare, quelle messe in piedi da giovani si autofinanzino è pura utopia e chiedere garanzie “capestro” è altrettanto folle.
Quante imprese oggi, anche nella nostra Valdichiana, potrebbero partire, innovare i prodotti, modificare le produzione se solo avessero un sostegno vero dal mondo del credito?
Noi pensiamo che sarebbero tante e quanto l’impresa gira si creano occupazione e ricchezza per tutti. Il Job Acts può avere dato il suo contributo a ricostruire posti di lavoro ma la questione aperta rimane il consolidamento delle imprese e questo non si fa solo flessibilizzando i rapporti di impiego.
In questo senso è importante che il sistema del credito, compreso quello locale, faccia fino in fondo la sua parte: finanziare le idee questa è la sfida del futuro.
Certo è da apprezzare lo sforzo che alcuni istituti di credito del territorio stanno facendo ma ancora si muovono dentro  canoni classici, con il passo di un maratoneta, qui invece c’è bisogno di uno scatto da centometrista. Per esempio niente vieta che le banche locali possano inventarsi forme di crowdfunding, cioè d finanziamento dal basso. Studino le proposte, analizzino le idee e poi le offrano ai propri soci per un eventuale investimento.

E’ una proposta fattibile? Forse meriterebbe provarci. 

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