Che
Brunello Cucinelli rappresenti un fenomeno mediatico, oltre che imprenditoriale,
è un fatto accertato. Ma il re del Cachemire non è solo l’uomo che ha ristrutturato
un borgo facendone un esempio di come si possa coniugare impresa e territorio,
non è solo l’imprenditore che cita i filosofi classici e chiede ai suoi
dipendenti di essere persone prima ancora che lavoratori, Cucinelli è uno che
le dice chiare.
Durante
“una convention di Monte dei Paschi di
Siena pare che abbia iniziato a illustrare alla platea le difficoltà che gli
imprenditori trovano per accedere al credito. E per farlo racconta un aneddoto:
una banca, gli chiedeva di avere il 25% di patrimonio netto,
rispetto al fatturato, per avere una linea di finanziamento. Il
che equivale a dire che per ottenere un prestito da una banca devi prima dimostrare
che non ne hai bisogno. -Facile, troppo facile – secondo
Cucinelli – fare banca così-. A quel punto si è rivolto alla
traduttrice, chiedendole di tradurre alla lettera quello che stavo per dire ed ha
esposto questa massima: ‘Bravi, bravi…è facile scopare col cazzo duro, scopa
col cazzo moscio”.
Non
conosciamo le reazioni del pubblico, quello che posiamo dire è che Cucinelli ha
centrato, in maniera colorita, il problema: il credito rimane centrale per
superare lo stato di difficoltà di qualunque economia, escluso quelle pianificate
che ormai non esistono più. Pretendere
che le imprese, in particolare, quelle messe in piedi da giovani si autofinanzino
è pura utopia e chiedere garanzie “capestro” è altrettanto folle.
Quante
imprese oggi, anche nella nostra Valdichiana, potrebbero partire, innovare i
prodotti, modificare le produzione se solo avessero un sostegno vero dal mondo
del credito?
Noi
pensiamo che sarebbero tante e quanto l’impresa gira si creano occupazione e
ricchezza per tutti. Il Job Acts può avere dato il suo contributo a ricostruire
posti di lavoro ma la questione aperta rimane il consolidamento delle imprese e
questo non si fa solo flessibilizzando i rapporti di impiego.
In
questo senso è importante che il sistema del credito, compreso quello locale,
faccia fino in fondo la sua parte: finanziare le idee questa è la sfida del
futuro.
Certo
è da apprezzare lo sforzo che alcuni istituti di credito del territorio stanno
facendo ma ancora si muovono dentro canoni classici, con il passo di un maratoneta,
qui invece c’è bisogno di uno scatto da centometrista. Per esempio niente vieta
che le banche locali possano inventarsi forme di crowdfunding, cioè d finanziamento dal basso. Studino
le proposte, analizzino le idee e poi le offrano ai propri soci per un
eventuale investimento.
E’ una proposta fattibile? Forse meriterebbe
provarci.
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