Ma Arezzo ha proprio bisogno di un museo dell’oro?
Questa domanda ci è venuta spontanea visto il
dibattito che si è aperto a partire dalle parole del Governatore Rossi, il
quale ha fatto un appello per unire gli sforzi in vista di questa iniziativa.
Il museo dell’oro, almeno a parole, affascina,
intriga, evoca scenari da sogno: il prezioso metallo dai tempi dei tempi attrae
persone, fa nascere regni e cadere troni. Insomma è un talismano ben più
potente di qualunque pietra magica.
Ma l’interesse è materiale, quasi carnale e difficilmente
diventa museale, l’oro non è fatto per essere contemplato a meno che non via
siano dietro ragioni storiche, come può essere per il “tesoro dei Principi” di Cortona
o i manufatti Inca e Aztechi del centro e sud America. In quel caso l’oro è il
veicolo di una cultura, non ha vita autonoma.
Se poi per museo dell’oro, com'è stato detto, s’intende
qualcosa d’altro, la costruzione di un percorso fatto di laboratori, botteghe,
design ed alla fine esposizione è tutta un’altra cosa.
Un progetto interessante, che vorrebbe rilanciare
Arezzo e il suo distretto, partendo da una produzione che nel passato ha fatto
la sua fortuna, ma tutto questo col turismo che c’entra?
Per altro un progetto di questo tipo non s’improvvisa
e deve fare i conti con le difficoltà che attraversano il settore, difficoltà
che viaggiano ben al di sopra del cielo aretino.
Meglio sarebbe, se proprio vogliamo, parlare di musei,
trovare finanziamenti, idee e risorse per quello che la città di Arezzo
possiede.
In città ci sono musei importanti, forse più interessanti
di quanto si pensi: il Museo Archeologico, il Museo Nazionale di arte medioevale
e moderna, il Museo di Casa Vasari, La Casa Museo di Ivan Bruschi, il Mudas
Museum (museo diocesano).
Insomma una scelta ampia che però fa i conti con un
problema annoso, quello delle poche visite. Una cosa inconcepibile perché
il Medievale, a detta degli esperti, è di assoluto valore internazionale. Forse prima di pensare al Museo dell’oro
sarebbe opportuno ragionare su una strategia di rilancio di quello che già c’è.
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