giovedì 3 marzo 2016

LE BRUTTE ABITUDINI: PASSANDO PER BONUCCI, TRUMP E CASTIGLION FIORENTINO

Le dichiarazioni di Leonardo Bonucci, al termine della partita con l’Inter, ci danno lo spunto per una breve riflessione. Il risultato finale della partita (compresi i tempi supplementari) è stato di tre a zero per l’Internazionale. Un risultato bugiardo? Forse, se la Juventus avesse segnato un goal non avrebbe rubato nulla, così come il rigore è apparso piuttosto generoso, allo stesso modo la squadra di Milano ha avuto l’occasione di chiudere sul quattro a zero. Ma il problema non è calcistico.
Le parole del difensore bianconero ci hanno colpito perché non ha speso una parola sul merito degli avversari. Per lui la sconfitta (al netto dei rigori) era il frutto solo di errori propri, scarsa concentrazione e un pizzico di sfortuna. Non una parola sul fatto che l’Inter avesse giocato una buona partita.
Quelle parole, che non sono certamente sentenze socratiche, ci danno però lo spunto per una considerazione amara: sempre meno, in ogni campo si riconosce il valore dell’avversario.
Il rispetto per il competitore  annega in un mare d’insulti, basse insinuazioni, volgarità e se capita di perdere, cosa sempre possibile, ecco che scatta un altro meccanismo, il richiamo al fato avverso, ai complotti, al limite alla propria impreparazione.
Mai e poi mai si riconosce che qualcuno può essere stato migliore di noi.
L’ingiuria e la diffamazione sono diventate armi letali in mano a una moltitudine che internet tende ad ampliare e amplificare.

Vediamo quello che sta succedendo negli Stati Uniti: se lo scontro finale per la presidenza fosse fra Trump e la Clinton, quest’ultima sarebbe preoccupata non per il confronto sulle idee ma per il contrario.  Il candidato Repubblicano non giocherebbe, infatti, sul piano dei contenuti ma su quello dell’attacco personale, una cosa complicata da controbattere perché anche di fronte a falsità palesi, le scorie rimarrebbero comunque nella testa della gente.

Le regole del gioco politico rischiano di cambiare in peggio un po’ ovunque.  
Per esempio in Italia, alla TV, nei giornali e nei social difficilmente si sente un ragionamento compiuto, composto da un prologo, una analisi e una sintesi. Si va subito alle conclusioni, e le conclusioni, troppo spesso, prendono la piega dell’offesa.
Anche nel nostro piccolo non ci facciamo mancare niente. Proprio oggi pubblichiamo un comunicato del PD che stigmatizza l’atteggiamento del gruppo di maggioranza il quale userebbe il Consiglio Comunale come una platea per tentare di “sputtanare”, scusate il termine, gli avversari politici, non sul piano politico, cosa comprensibile, ma su quello personale.
Noi crediamo che non ci sia da meravigliarsi più di tanto.  Da tempo la denigrazione è diventata prassi politica nel nostro comune.
E’ un brutto affare perché sempre più forte è la tentazione di mettere in pratica quello che Sandro Pertini ripeteva spesso “a brigante, brigante e mezzo”, di essere cioè meno educati e più incivili. Una discesa in basso dove parecchi rischiano di uscire con le ossa rotte.

 



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