mercoledì 16 marzo 2016

LE GESTIONE DEI MUSEI AL SERRISTORI. CON QUALE OBBIETTIVO?

Provate a domandare a un cittadino qual è il monumento che, secondo lui, meglio rappresenta Castiglion Fiorentino. Nel 90% dei casi vi risponderà “la torre del Cassero”. Non potrebbe essere diversamente, quella torre che svetta altera da oltre settecento anni sulla Valdichiana è il nostro miglior biglietto da visita.

Castiglion Fiorentino possiede un’area storico/monumentale che nessun altro comune possiede, in un raggio ristretto insistono tre esposizioni museali: la pinacoteca, il museo archeologico e la sezione medioevale, scavi sotterranei visitabili, la torre civica, l’archivio storico, la biblioteca. Un luogo magico, una terrazza sulla Vallata che, attraverso porta Perugina, consente di accedere alla parte più bella e sconosciuta del centro storico, quella che va da Via della Badiola, alle Carbonaie fino ad arrivare alla splendida Piazza S. Agostino.
Un’area che meriterebbe, come diciamo da tempo, una valorizzazione complessiva, perché il piazzale del Cassero con tutti i suoi annessi ha enormi potenzialità dal punto di vista turistico.

Per questo restiamo perplessi dalla soluzione che è stata recentemente adottata per la gestione dei musei, quella cioè di affidarla all'Ente Serristori. Si tratta prima di tutto di capire cosa ci incastra l’Ente Serristori con la gestione di un’esposizione d’arte e non valgono le scuse che in passato all'Ente erano stati affidati servizi quali il taglio delle erbe o l’accompagnamento dei bambini nei pulmini. Anche uno sprovveduto comprenderebbe che si tratta di cose completamente diverse. L’erba dei fossi non è la stessa cosa di un frontone etrusco. La responsabilità di un museo è più delicata, richiede competenze, attitudine a rapportarsi con un pubblico spesso straniero e (scusate se usiamo questo termine che a qualcuno sta sulle scatole) necessita di cultura.  Per di più con quest’operazione non si risponde all'esigenza di una gestione imprenditoriale del patrimonio storico e artistico castiglionese. Qual è il senso di dare a fondo perduto 29.000 euro al Serristori per sorvegliare (perché alla fine di questo si tratta) il museo quando si poteva studiare (e il tempo c’era) una strategia che consentisse a soggetti professionalmente preparati di gestire non solo il museo ma l’intera area?
Mentre a livello nazionale, con la nuova riforma, si parla di “primavera dei musei” a Castiglioni sembra che la bella stagione stenti ad arrivare. Per di più negli atti del comune sta scritto che l’ingresso ai musei sarà gratuito. Un provvedimento illogico, il motivo sarebbe che nell'anno appena trascorso s’è incassato troppo poco per cui, invece di migliorare l’offerta, si decide di dar via la merce gratis. E’ come se un negozio incapace di piazzare i propri prodotti li regalasse in piazza. Anzi peggio, si paga il Serristori, cioè una specie di commesso, per distribuire gli articoli gratis. E’ inutile continuare a ripetere che la ricchezza (anche economica) dell’Italia e della Toscana in particolare sono i beni storici e artistici se poi li cediamo per niente.  Se storia e cultura rappresentano il nostro “petrolio” non s’è mai visto i paesi produttori regalare i bidoni di greggio. Credete che la gratuità faccia aumentare il turismo? Scordatevelo. Non sono i pochi euro d’ingresso che scoraggiano visitatori che vengono dalla Germania, dall'Olanda o dal Giappone, per attirare turisti ci vuole marketing, promozione e soprattutto gente in grado di farla. Con quest’operazione, per almeno un anno, musei e area del Cassero rimarranno ingessati. Con un altro tipo di gestione si poteva creare lavoro qualificato, opportunità e pubblicità per tutto il territorio, si è invece scelto un profilo basso, che porterà ben pochi benefici.   

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