Ancora
non sappiamo come finirà la legge sulle Unioni Civili, una lezione, però l’abbiamo
imparata: con le astuzie si vince tatticamente ma poi si rischia di perdere la
guerra.
Non
siamo tra coloro che oggi mettono sotto tiro i cinque stelle perché hanno
deciso di votare contro la norma “canguro” che consente di accantonare un bel
mucchio di emendamenti. I pentastellati fanno il loro mestiere: hanno visto la
maggioranza in difficoltà e si sono buttati a pesce. Il problema dunque è tutto
interno alla maggioranza di governo. Ed è qui che le astuzie di qualche
stratega da tavolino hanno mostrato la corda.
Nel
pacchetto sulle Unioni Civili, atto di grandissima civiltà, perché i sentimenti
hanno bisogno di essere talvolta codificati, si è voluto inserire una norma,
quella sull'adozione del figlio naturale (stepchild adoption è un termine incomprensibile
alla maggioranza del popolo e quindi andrebbe stralciato) che si sapeva avrebbe
incontrato non poche difficoltà.
I
personaggi geniali che hanno costruito le strategie del PD su questa vicenda
hanno fatto questo tipo di riflessione: la pillola (quella sulle adozioni) è indigesta
per parecchi, proviamo a metterla nel pacchetto generale e vediamo quello che
succede. Lo stesso ragionamento delle mamme di un tempo che mischiavano una
medicina amara al miele. I sottili pensatori hanno dedotto: nessuno azzarderà a
far saltare tutto il provvedimento per un solo articolo. Invece sta andando
proprio così. La legge sulle Unioni Civili rischia di naufragare per colpa di una
clausola, importante ma non fondamentale ai fini dell’approvazione di una norma
di così alto profilo giuridico. Di fronte a questi scenari era sicuramente preferibile
un approccio ordinato per gradi. Il riformismo, quello vero, insegna che le conquiste
sono graduali e così doveva essere anche in questo caso. La situazione però può
anche peggiorare, dal punto di vista politico, perché sarebbe assai
sconveniente che fosse grazie agli uomini di Verdini che si trovassero i numeri
in parlamento. Quella è gente che domani si presenterà col carrello del
supermercato a raccogliere i frutti di un sostegno che non è certo convinto ma
di convenienza.
Il
problema non sono dunque i Cinque Stelle, manipolo di neofiti della politica che
hanno imparato subito i trucchi del mestiere, il problema è di chi ha voluto
dare un colpo di acceleratore, rischiando oggi di mandare tutto all'aria. L’onorevole
Cirinnà può anche dichiarare di volersi ritirare dalla politica, noi crediamo
che non spetti a lei fare un passo indietro. Sono i generalissimi che hanno provocato
tutto questo casino a dover essere degradati.
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