giovedì 18 febbraio 2016

UNIONI CIVILI, SE SALTANO DI CHI E' LA COLPA?

Ancora non sappiamo come finirà la legge sulle Unioni Civili, una lezione, però l’abbiamo imparata: con le astuzie si vince tatticamente ma poi si rischia di perdere la guerra.
Non siamo tra coloro che oggi mettono sotto tiro i cinque stelle perché hanno deciso di votare contro la norma “canguro” che consente di accantonare un bel mucchio di emendamenti. I pentastellati fanno il loro mestiere: hanno visto la maggioranza in difficoltà e si sono buttati a pesce. Il problema dunque è tutto interno alla maggioranza di governo. Ed è qui che le astuzie di qualche stratega da tavolino hanno mostrato la corda.
Nel pacchetto sulle Unioni Civili, atto di grandissima civiltà, perché i sentimenti hanno bisogno di essere talvolta codificati, si è voluto inserire una norma, quella sull'adozione del figlio naturale (stepchild adoption è un termine incomprensibile alla maggioranza del popolo e quindi andrebbe stralciato) che si sapeva avrebbe incontrato non poche difficoltà.
I personaggi geniali che hanno costruito le strategie del PD su questa vicenda hanno fatto questo tipo di riflessione: la pillola (quella sulle adozioni) è indigesta per parecchi, proviamo a metterla nel pacchetto generale e vediamo quello che succede. Lo stesso ragionamento delle mamme di un tempo che mischiavano una medicina amara al miele. I sottili pensatori hanno dedotto: nessuno azzarderà a far saltare tutto il provvedimento per un solo articolo. Invece sta andando proprio così. La legge sulle Unioni Civili rischia di naufragare per colpa di una clausola, importante ma non fondamentale ai fini dell’approvazione di una norma di così alto profilo giuridico. Di fronte a questi scenari era sicuramente preferibile un approccio ordinato per gradi. Il riformismo, quello vero, insegna che le conquiste sono graduali e così doveva essere anche in questo caso. La situazione però può anche peggiorare, dal punto di vista politico, perché sarebbe assai sconveniente che fosse grazie agli uomini di Verdini che si trovassero i numeri in parlamento. Quella è gente che domani si presenterà col carrello del supermercato a raccogliere i frutti di un sostegno che non è certo convinto ma di convenienza.
Il problema non sono dunque i Cinque Stelle, manipolo di neofiti della politica che hanno imparato subito i trucchi del mestiere, il problema è di chi ha voluto dare un colpo di acceleratore, rischiando oggi di mandare tutto all'aria. L’onorevole Cirinnà può anche dichiarare di volersi ritirare dalla politica, noi crediamo che non spetti a lei fare un passo indietro. Sono i generalissimi che hanno provocato tutto questo casino a dover essere degradati.


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