giovedì 18 febbraio 2016

BARTOLOMEO DELLA GATTA: UNA GRANDE MOSTRA PER CASTIGLIONI (ci scusiamo per la pessima grafica ma oggi va così)


I nostri nonni dicevano che le “chiacchiere non fanno farina” quello che conta, alla fine, sono i fatti. Sulla ricaduta positiva che avrebbe dovuto avere l’expo di Milano nella nostra vallata si sono spesi fiumi di parole, ad oggi, finita la manifestazione, non ci sembra che le cose siano, come si dice, “svoltate”.
Non siamo così sciocchi da pretendere successi immediati, non ci aspettavamo, dopo pochi mesi, migliaia di turisti davanti a musei, alberghi e ristoranti. Però non siamo nemmeno così ingenui da non capire che non basta aver portato le opere più belle della Valdichiana fin sui Navigli per ottenere dei risultati. Sarebbe la stessa cosa di quel tipo che va a pesca, pastura per un paio d’ore, poi se ne va senza gettare l’amo. Ha dato da mangiare ai pesci ma sarà difficile catturare una preda. Lo stesso vale per l’Expo e per tutte le grandi manifestazioni a livello internazionale. Fanno bene i Comuni a partecipare ma poi bisogna essere capaci di cavalcare l’onda. 
Qualche tempo addietro sono apparsi grossi titoloni sui giornali che segnalavano un calo di migliaia di visitatori al Museo Archeologico di Cortona. Un fatto scontato, evidenziato però come se fosse l’annuncio della prossima Apocalisse.  Perché scontato? Semplice, perché il grandissimo afflusso di turisti negli anni precedenti era dovuto all'organizzazione di eventi grandiosi, collegati al mondo degli etruschi, oltre ad una serie di altre manifestazioni. Cosa cavolo c’entra, potrebbe chiedersi qualcuno, la diminuzione dei visitatori a Cortona con l’Expo di Milano?  Con l’Expo niente, con le politiche culturali e di promozione di un territorio, di cui anche l’Expo ha fatto parte, c’entra parecchio. Tenteremo di farci capire meglio. Partiamo dall'inizio. Come chianini ma in particolare come Castiglionesi  dovremmo essere sommamente grati  a Vittorio Sgarbi perché ha deciso di scegliere, per rappresentare la Toscana all' Expo, il  San Francesco che riceve le stimmate” di Bartolomeo della Gatta. Forse qualcuno non ha ancora capito bene, ma avere un quadro della pinacoteca castiglionese a simbolo di un territorio regionale, che vanta enormi tesori d’arte, è un onore che non ricapiterà più per almeno un secolo. E’ come essere nel palco reale alla prima della Scala, tutti gli occhi sono puntati addosso. Però lo spettacolo finisce e i suonatori se ne vanno. Finito l’Expo che si fa? Sgarbi è venuto a presentare il suo bellissimo libro sul tesoro d’Italia nella Chiesa di S. Angelo, ne siamo felici, perché le sue lezioni sono sempre appassionanti, ma il problema resta: in che modo si capitalizza l’Expo e la visibilità che hanno avuto in quella occasione le bellezze artistiche della Valdichiana? A quell'evento devono seguire altri eventi, non ci sono storie, altrimenti quel tanto o poco di buono che è venuto fuori dalla rassegna milanese rischia di disperdersi.

Noi abbiamo oggi un grande punto di forza che ha un nome è un cognome: Pietro di Antonio Dei, alias Bartolomeo della Gatta. Questo pittore può diventare l’occasione per Castiglion Fiorentino di stagliarsi nel firmamento culturale italiano.

Nel nostro paese, infatti, c’è una grande concentrazione di opere di quest’autore: S. Francesco che riceve le stimmate, S. Michele Arcangelo, la Madonna col Bambino in trono e Santi. Un’esplosione d’arte che batte Firenze, Urbino, Lucca ed è seconda, di poco, solo ad Arezzo. Castiglioni con ragione può vantarsi di essere una delle “capitali di Bartolomeo della Gatta”.
Crediamo che sia giusto, anche sulla scia dell’Expo, dove Bartolomeo è stato un campione, capitalizzare al meglio questa nostra “fortuna”, allestendo una grande mostra dedicata a questo pittore. Siamo consapevoli dei costi, così come siamo coscienti delle difficoltà organizzative. Però un evento di questo tipo merita di essere organizzato, coinvolgendo magari comuni a noi vicini come Marciano, Cortona, Arezzo e Sansepolcro, tutti luoghi dove si rintracciano opere del grande artista.  Nulla vieta che si possa pensare a una mostra costruita su percorsi territoriali di cui Castiglioni possa essere il fulcro. Questo sarebbe davvero un evento capace di attirare migliaia di visitatori. Ormai anche l’arte, la cultura hanno necessità di trasformarsi in avvenimenti mediatici e questo, con l’apporto di una grande studioso come Sgarbi e un “main sponsor” di livello nazionale, potrebbe diventarlo. Senza eventi, lo dicono i numeri di Cortona, la flessione è inevitabile. Bartolomeo della Gatta è una scommessa da giocare. Sempre che ci sia la voglia di uscire dalla palude degli annunci cominciando davvero a macinare fatti.

   

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