giovedì 4 febbraio 2016

UNA "CUCINA ECONOMICA" A CASTIGLIONI

Dal parlamento francese arriva una novità: è in dirittura d’arrivo una legge che impone ai grandi supermercati l’obbligo (non la facoltà) di donare il cibo, prossimo alla scadenza, alle organizzazioni no-profit che poi a loro volta provvedono a distribuirlo alle famiglie in difficoltà.
Si calcola che in Francia circa 3,5 milioni di persone dipendano, per il sostentamento, dall'elargizione di pasti gratuito o dalla distribuzione di pacchi alimentari. In questa legge c’è dunque un aspetto solidale ma a ben vedere c’è anche un intento ecologico.

Se sciupare cibo è infatti un insulto verso i più poveri, lo spreco fa anche male all'ambiente e finalmente si comincia a capire che la solidarietà non è solo un modo per sentirsi a posto con la coscienza ma un investimento per il futuro di tutti (ricchi e poveri).
L’Italia non ha ancora una norma come quella francese, però si è dotata, fin dal 2003, di una buona legge (la n.155), che disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale.
Lo spreco alimentare è un tema che sfugge spesso alla nostra attenzione e se non ci fossero organizzazioni come il BANCO ALIMENTARE che periodicamente organizza raccolte davanti ai supermercati, l’argomento passerebbe sotto silenzio.
Ma oltre alla raccolta dei prodotti stanno venendo fuori esperimenti davvero interessanti.
Ad esempio negli USA (patria dello spreco istituzionalizzato) cominciano  a diffondersi esperienze come il  “Soul Kitchen”, un ristorante comunitario aperto nel 2009 che  ha, come peculiarità,  quella di non avere un listino prezzi: ognuno paga un minimo base (pochi dollari), dopo di che, se può, dona qualcosa in più altrimenti offre il proprio tempo e le proprie capacità  come volontariato in cucina o nel servizio.
Ma anche in Italia stanno crescendo pratiche simili. È il caso di un ristorante a Monza messo in piedi dal circolo ARCI “Scuotivento” dove chi può ed è socio Arci paga il pranzo 10 euro o fa un’offerta libera. Chi non ha soldi in tasca ricambia offrendo il suo tempo. Come? Ricevendo un voucher orario con cui saldare il conto in modo alternativo. Per esempio aiutando in cucina, lavando i piatti, cimentandosi ai fornelli. Oppure dando una mano in sala.
Esempi interessanti che andrebbero studiati e promossi. Troppe volte infatti ci riempiamo  la bocca con la parola “solidarietà” ma nel concreto facciamo ben poco.
Per altro Castiglion Fiorentino ha in questo campo una antica tradizione.
E’ datato al 1895 l’avvio di una iniziativa denominata CUCINA ECONOMICA, una delle prime della provincia. L’articolo 1 dello statuto di fondazione diceva che il suo scopo era la “distribuzione di minestra ed altri cibi sani e nutrienti a qualsiasi richiedente, con preferenza alle classi meno agiate, dietro la corrispondenza del puro prezzo di costo”.
Oggi i tempi sono cambiati ma niente vieta che si possa costruire un progetto tra istituzioni, volontariato, associazioni, produttori e aziende locali in grado non solo di venire incontro ai bisogni delle persone ma di combattere gli sprechi. Dando così sostanza all’idea di una “comunità solidale”.


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