La
novità rimbalza come una palla di gomma ed è una notizia che fa sensazione, un po’
come quella “dell’uomo che morde il cane”. Finalmente c’è chi ha il coraggio di
dire le cose come stanno, correndo il rischio di prendersi il premio “Attila”,
quella sorta di bollino assegnato a chi si è
distinto nella scarsa salvaguardia dell’ambiente.
Il personaggio in questione è Marco Sacchetti,
Assessore al comune di Arezzo, il quale sulla raccolta differenziata porta a
porta ha dichiarato ai giornali “fosse
stato per me, non avrei esteso il servizio nemmeno nelle frazioni, dati i
costi. Non ci sono stati incrementi significativi della differenziata e
insomma: il porta a porta ideologico non ce lo possiamo davvero permettere». Di
conseguenza l’Amministrazione Comunale di Arezzo ha deciso uno “ stop all'ampliamento del servizio” e alla distribuzione dei sacchetti, ironia della sorte, l’Assessore
si chiama proprio Sacchetti.
Non siano simpatizzanti del centrodestra,
però ci piacciono le cose chiare e finalmente qualcuno ha detto senza mezzi
termini che la raccolta differenziata costa di più (in termini economici) della
raccolta indifferenziata. Non ci volevano dei fenomeni per scoprire l’arcano ma
fino a oggi questa lapalissiana verità era stata messa sotto il tappeto. Quindi
un plauso a chi l’ha tirata fuori senza troppi giri di parole. Altra cosa è il
costo ambientale, per il quale è indispensabile una raccolta porta a porta perché
così si può procedere al riciclo, al riutilizzo ed al recupero di tanti materiali
che altrimenti finirebbero in discarica o nell’inceneritore. Anche in questo
caso però i conti dicono cose diverse. Nessuno ha avuto il coraggio di affermare
che in termini puramente economici è più oneroso recuperare e riutilizzare i
rifiuti che non bruciarli in un termovalorizzatore, il quale produce energia
che altrimenti dovrebbe essere fornita utilizzando combustibili fossili. Il
problema è che tutti questi costi aggiuntivi si scaricano sulle tasche dei
cittadini i quali, a fronte di un servizio “ecologicamente corretto”, si
ritrovano a pagare di più. Che poi le
tariffe nel nostro territorio siano troppo alte, anche a causa di calcoli
astrusi e cervellotici che ci vorrebbe un laureato ad Harvard per capirci
qualcosa, è un altro paio di maniche. Resta che il comune di Arezzo si è dato
un obiettivo quello di ridurre la TARI del 2,7% per cui da qualche parte bisogna
pur cominciare. In questo senso gli
amministratori aretini sono stati onesti intellettualmente. Una bella
differenza da quello che è accaduto nel nostro territorio dove invece si è deciso
di estendere la raccolta differenziata, con tanto di distribuzione dei
sacchetti ad uso dei giornali, salvo poi raccontare ai cittadini che gli
aumenti erano provocati dallo stato di difficoltà finanziaria del Comune. Una
formuletta buona per giustificare ogni cosa nel nostro comune, la verità è che
se si amplia un servizio i cittadini pagano perché cosi prevede la legge. Per
questo non ci impietosisce il pianto greco di qualche assessore che, di fronte
alle difficoltà ed alle proteste di tanti cittadini per gli incrementi in
bolletta e gli scarsi controlli (che determinano in molte zone lo spandimento
del pattume per le strade), si rifugia dietro una lacrimuccia. Lo ripetiamo,
chi governa deve avere le “palle” per farlo, come ha dimostrato l’assessore Sacchetti
rischiando di beccarsi più di una critica. Chi non se la sente è bene che stia
a casa.
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