venerdì 19 febbraio 2016

RACCOLTA DIFFERENZIATA? PER DIRE LA VERITA' CI VOGLIONO GLI ATTRIBUTI

La novità rimbalza come una palla di gomma ed è una notizia che fa sensazione, un po’ come quella “dell’uomo che morde il cane”. Finalmente c’è chi ha il coraggio di dire le cose come stanno, correndo il rischio di prendersi il premio “Attila”, quella sorta di bollino assegnato a chi si è distinto nella scarsa salvaguardia dell’ambiente.

Il personaggio in questione è Marco Sacchetti, Assessore al comune di Arezzo, il quale sulla raccolta differenziata porta a porta  ha dichiarato ai giornali “fosse stato per me, non avrei esteso il servizio nemmeno nelle frazioni, dati i costi. Non ci sono stati incrementi significativi della differenziata e insomma: il porta a porta ideologico non ce lo possiamo davvero permettere». Di conseguenza l’Amministrazione Comunale di Arezzo ha deciso uno “ stop all'ampliamento del servizio” e alla distribuzione dei sacchetti, ironia della sorte, l’Assessore si chiama proprio Sacchetti.

Non siano simpatizzanti del centrodestra, però ci piacciono le cose chiare e finalmente qualcuno ha detto senza mezzi termini che la raccolta differenziata costa di più (in termini economici) della raccolta indifferenziata. Non ci volevano dei fenomeni per scoprire l’arcano ma fino a oggi questa lapalissiana verità era stata messa sotto il tappeto. Quindi un plauso a chi l’ha tirata fuori senza troppi giri di parole. Altra cosa è il costo ambientale, per il quale è indispensabile una raccolta porta a porta perché così si può procedere al riciclo, al riutilizzo ed al recupero di tanti materiali che altrimenti finirebbero in discarica o nell’inceneritore. Anche in questo caso però i conti dicono cose diverse. Nessuno ha avuto il coraggio di affermare che in termini puramente economici è più oneroso recuperare e riutilizzare i rifiuti che non bruciarli in un termovalorizzatore, il quale produce energia che altrimenti dovrebbe essere fornita utilizzando combustibili fossili. Il problema è che tutti questi costi aggiuntivi si scaricano sulle tasche dei cittadini i quali, a fronte di un servizio “ecologicamente corretto”, si ritrovano a pagare di più.  Che poi le tariffe nel nostro territorio siano troppo alte, anche a causa di calcoli astrusi e cervellotici che ci vorrebbe un laureato ad Harvard per capirci qualcosa, è un altro paio di maniche. Resta che il comune di Arezzo si è dato un obiettivo quello di ridurre la TARI del 2,7% per cui da qualche parte bisogna pur cominciare.  In questo senso gli amministratori aretini sono stati onesti intellettualmente. Una bella differenza da quello che è accaduto nel nostro territorio dove invece si è deciso di estendere la raccolta differenziata, con tanto di distribuzione dei sacchetti ad uso dei giornali, salvo poi raccontare ai cittadini che gli aumenti erano provocati dallo stato di difficoltà finanziaria del Comune. Una formuletta buona per giustificare ogni cosa nel nostro comune, la verità è che se si amplia un servizio i cittadini pagano perché cosi prevede la legge. Per questo non ci impietosisce il pianto greco di qualche assessore che, di fronte alle difficoltà ed alle proteste di tanti cittadini per gli incrementi in bolletta e gli scarsi controlli (che determinano in molte zone lo spandimento del pattume per le strade), si rifugia dietro una lacrimuccia. Lo ripetiamo, chi governa deve avere le “palle” per farlo, come ha dimostrato l’assessore Sacchetti rischiando di beccarsi più di una critica. Chi non se la sente è bene che stia a casa.








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