lunedì 15 febbraio 2016

POLITICHE TERRITORIALI IN VALDICHIANA? FATTI NON PAROLE

Il Sindaco di Castiglion Fiorentino pone un problema serio, anzi serissimo, la necessità di costruire politiche di zona in grado di rilanciare il ruolo e l’immagine della Valdichiana come soggetto territoriale, politico ed economico. 
Prendendo lo spunto dal Carnevale di Foiano, argomento piuttosto inappropriato visto il tono scherzoso di questa festa, il primo cittadino di Castiglioni lancia la sua proposta: E’ arrivato il momento di darsi da fare “ per definire politiche di vallata che non riguardino solo il turismo, ma tutta una serie di servizi che possono favorire efficienza e razionalizzazione”.
Chi tra noi non sarebbe d’accordo? 
Più razionalità e più efficienza significano in prospettiva più economicità e meno burocrazia, tutte cose necessarie, indispensabili, per il buon governo di un territorio.
Agnelli si pone quindi nell'ottica di superare i vecchi confini amministrativi e definire una “road map”, cioè una tabella di marcia, per fare della nostra vallata una protagonista della vita amministrativa della ormai ex provincia di Arezzo. Anzi lui guarda un po’ più lontano giacché pensa a una “grande Valdichiana” che ricomprenda porzioni del perugino e del senese. Obiettivo ambizioso e per certi aspetti intrigante.
C’è solo un dubbio, si proclama l’ esigenza di un percorso ma non si definiscono le tappe.
Visto le premesse, di altissimo profilo politico e storico, ci ha piacevolmente sorpreso il richiamo di Agnelli alla Valdichiana etrusca “granaio” della Tuscia, ci saremmo aspettai una scaletta delle cose da affrontare. Invece niente di niente, solo una petizione di principio.
Allora ci permettiamo di fornire un brevissimo elenco.
Al primo posto non può che esserci il lavoro e lo sviluppo. Come si possono costruire politiche di vallata in grado di ridare occupazione e realizzare le premesse per una crescita duratura? Qualcuno potrà dire “siete ciechi e sordi”, la risposta sta nell'agricoltura di qualità, nelle industrie di trasformazione, nel ruolo dei servizi. Tutte ottime proposte che però, al di là delle parole, hanno bisogno di una politica delle infrastrutture, materiali e immateriali, di reti commerciali, di imprenditori in grado di interpretare la novità. Ma poi, alla fine, è proprio vero che con le industrie di trasformazione dei prodotti agricoli, il vino, l’olio e le piante officinali si risolvano i nostri problemi? O forse sarebbe opportuno guardare anche alla tradizione industriale, al vecchio manifatturiero, da tutti vilipeso, che ancora costituisce la spina dorsale dell’economia? Gli esempi di due aziende (manifatturiere) che a Lucignano hanno già presentato dei piani industriali che prevedono oltre trecento occupati la dice lunga sulle capacità di assorbimento della manodopera delle industrie tradizionali. Su questo punto in Valdichiana siamo tutti d’accordo?
Secondo argomento, una politica di vallata per Welfare e Sanità. Sappiamo bene che esiste già un coordinamento dei sindaci ma ci domandiamo esiste una politica di zona che non sia subalterna alle indicazione che vengono dalla ASL e ponga il tema del ruolo dell’ospedale di zona, della diagnostica, dell’emergenza e dei servizi territoriali? Non ci pare che su questo punto la Valdichiana la veda allo stesso modo.
Un altro tema è quello dell’unione dei servizi. Ottimo argomento per chi, come l’assessore Milighetti di Castiglion Fiorentino ha voglia di sbizzarrirsi in dichiarazioni: ultima in ordine di tempo l’unione delle polizie municipali di Cortona e Castiglioni. Ma in concreto che si fa?  Poco e niente perché su questo punto i comuni la pensano in maniera diversa. Quanti sono disponibili a cedere quote di sovranità sulle manutenzioni, sulla gestione del personale, sulla ragioneria, sull'ambiente?
Quarto punto le politiche territoriali: è possibile un coordinamento degli strumenti urbanistici? Fino a oggi molte chiacchiere e poca farina, ognuno tira l’acqua al suo mulino con una concorrenza spietata, vedi quello che accade per le aree industriali.

Insomma di argomenti ce ne sarebbero a bizzeffe. Il problema è, come sempre, passare dalle parole ai fatti e questo è un pochino più complicato che scrivere un comunicato. 

Nessun commento:

Posta un commento