Nel 1920, lo psichiatra Alfred Hoche e il
giurista Karl Binding pubblicarono un volume intitolato “L’autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne d’essere vissute”, dove veniva sviluppato
il concetto di “eutanasia
sociale” che prevedeva l’eliminazione legale dei cosiddetti malati
incurabili, considerati “fattore
di danno economico per lo Stato” in quanto detrattori di benefici a
scapito delle cosiddette “persone
sane”. Queste idee aprirono le porte al disegno eugenetico nazista chiamato
in codice “Aktion T4”.
Chissà
perché ci è venuta in mente questa storia quando recentemente abbiamo letto due
articoli, in fogli che dicono essere “progressisti”.
Nel
primo, parlano dell’economia italiana, si faceva un collegamento diretto tra invecchiamento
della popolazione e declino dei mezzi produttivi (macchine, infrastrutture,
strumenti). Per cui parte della crisi e delle difficoltà economiche è colpa dei
vecchi.
Nel
secondo, più sociologico, si metteva sotto accusa “la ricerca della felicità,
la realizzazione di sé a qualunque età, costi quel che costi, senza mai la
sensazione di essere fuori tempo massimo”.
Parole
tremende perché danno un limite temporale al diritto a essere felici. Noi siamo
convinti del contrario: la ricerca della felicità è un fine che trascende l’età
e non ci sono tempi massimi da rispettare.
la sensazione di disagio dopo quelle letture è stata forte, una
sensazione di amaro difficile da cancellare.
I vecchi sono dannosi per l’economia, i vecchi costano
in termini di assistenza, i vecchi pretendono di essere felici, sottraendo ad altri
brandelli di felicità.
In pratica sono dei parassiti e i parassiti vivono
una vita inutile, da qui al programma “Aktion
T4” il passo è breve.
Qualcuno,
per risolvere il problema, potrebbe andare anche più in là, arrivando a proporre
una sorta di geronticidio rituale come avveniva nella Sardegna pre-nuragica in cui
si prevedeva, la morte degli anziani che avessero superato il settantesimo anno
di vita da effettuarsi ad opera dei figli.
Stiamo
prendendo una china pericolosa dove un po’ ovunque, dalla politica all'economia,
cioè due dei pilastri che tengono in piedi la società, si teorizza l’eliminazione,
per fortuna non ancora fisica, degli anziani per giustificare un ricambio che
stenta ad affermarsi.
Ma
la domanda che ci poniamo sono i vecchi a essere abbarbicati come cozze
coriacee allo scoglio o sono i giovani che non riescono ad aprirsi un varco (salvo
alcune eccezioni) perché non hanno una preparazione adeguata?
Su
questo non esiste una risposta precisa. E proprio perché non esiste una teoria univoca,
si fanno sotto le semplificazioni, anche quelle peggiori. I nazisti con la loro
eugenetica una risposta l’avevano data.
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