lunedì 1 febbraio 2016

LA VIA ROMEA CHE FINE HA FATTO?

Il Comune di Cortona ha siglato un accordo con Asciano, Montepulciano, Siena, Sinalunga, Torrita di Siena con l’obbiettivo di  valorizzare il “cammino” della Via Lauretana Toscana, un’antica  strada romana utilizzata nel medioevo dai pellegrini e che unisce l'Italia Centrale attraversando Marche, Umbria e Toscana.
Le vie di pellegrinaggio stanno diventando, da qualche tempo, dei veri e propri veicoli di promozione del territorio, la regione Toscana, in tal senso, si è molto impegnata per quanto riguarda la Francigena.

Questo percorso, grazie a una sapiente opera di sviluppo e al contributo essenziale di enti locali e associazioni, sta assumendo proporzioni rilevanti su scala europea. Il Cammino di Santiago, celebrato da scrittori e poeti, è diventato l’esempio cui ispirarsi.
Tra noi e la Spagna c’è però una differenza che gioca a nostro favore.

Le nostre vie, che siano romane o medioevali (spesso le vie medioevali ricalcano quelle romane), rappresentano un’immersione totale nella cultura.
In Spagna, tranne alcune eccezioni, si attraversano piccoli borghi di campagna, da noi le tappe dei pellegrini sono cittadine che contengono tutte, nessuna esclusa, dei veri tesori d’arte.
In Spagna però hanno altri punti di forza che si chiamano organizzazione e pazienza. L’organizzazione si può costruire la pazienza no.  
Spesso, dalle nostre parti, manca la capacità di attendere, si vuole tutto e subito. Ma non si possono avere, dall'oggi al domani, centinaia di migliaia di visitatori e la politica dell’accoglienza necessita di un ventaglio di offerte che oggi manca.
Accanto all'albergo o al B&B di lusso sono necessari ostelli e ristoranti economici, la forza dei cammini sta nell'offrire una gamma ampia di possibilità, per tutti i gusti e per tutte le tasche.
In questa prospettiva, pur apprezzando lo sforzo per la Lauretana, ci domandiamo cosa ne sia stato del percorso della via Romea che attraversa trasversalmente la provincia di Arezzo dal Casentino fino al lago Trasimeno, passando per Castiglioni e Cortona. Quel progetto, sul quale erano pure stati firmati protocolli d’intesa che fine ha fatto? E soprattutto come ci prepariamo nei nostri paesi a questo nuovo modello di turismo?
Sappiamo di essere insistenti, e non ce ne vogliamo amici e nemici, ma davvero il recupero di S. Filippino non può passare da un suo utilizzo a servizio delle vie dei pellegrini? E il convento dei Cappuccini non può finalmente trovare una sua vocazione nell'ambito dei percorsi storici, culturali e recettivi? Forse sono idee balzane, se ce ne sono altre di più “serie”, è l’ora di buttarle sul tavolo, ma facciamo qualcosa, il tempo stringe.



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