Non
tutti lo sanno ma tra Castiglion Fiorentino e la città di Pisa esiste un
rapporto speciale che attraversa come una folgore secoli di storia. Tutto
iniziò nel 1114, quando fu lanciata da Papa Pasquale II una crociata per
liberare le isole Baleari, all'epoca occupate dagli arabi. Dietro il motivo religioso si celavano in verità interessi
ben più materiali, come quello di preservare le rotte marittime dagli attacchi
dei pirati saraceni. Non a caso alla spedizione parteciparono solo coloro che
erano interessati a navigare senza problemi in quel tratto di mare. Tra questi la
Repubblica di Pisa e il re Raimondo Berengario III di Barcellona. Al re
catalano si unirono molti nobili Occitani, stanchi delle continue scorrerie piratesche
mentre a Pisa si unirono contingenti dell’Italia Settentrionale e Centrale.
Questi
ultimi probabilmente non avevano nessun conto in sospeso con gli arabi ma
esercitavano l’onorevole, almeno per allora, mestiere del mercenario. Tra loro era presente un numeroso gruppo di
armati provenienti proprio da Castiglioni, gente d’arme assoldata a suon di
scudi ma non per questo meno valorosa.
Si racconta, infatti, che il contingente castiglionese
si comportò eroicamente, contribuendo in modo decisivo alla conquista della
fortezza di Ibiza. I Pisani in cambio dell’aiuto non solo pagarono un ricco
premio alle truppe, ma fondarono nel nostro paese una chiesa dedicata a Cristo
Salvatore in un colle appena fuori dalla vecchia cinta muraria, laddove oggi
sorge San Francesco.
Nello stesso colle si insediarono nel 1255 i
francescani e, proprio grazie a un francescano, la storia castiglionese s’intrecciò
ancor più con quella pisana.
Parliamo del Beato Mansueto da Castiglione, della nobile
famiglia Lambardi di Mammi. Una figura eccezionale per la sua epoca: confessore
di papi, legato pontificio in Inghilterra, Francia e Boemia, tessitore di
sottili trame politiche e diplomatiche che contribuì, in modo decisivo, a
riconciliare Pisa con il soglio pontificio.
Mansueto, a differenza di altri, non si dimenticò
mai del suo luogo natale e nel periodo in cui la sua stella brillò nel
firmamento della storia, Castiglioni conobbe un grande splendore. Lo
testimoniano tesori immensi di oreficeria come la “Croce Santa” donata dal Re
di Francia a Mansueto per avere riappacificato il suo regno con l’Inghilterra.
Ma torniamo al rapporto con Pisa. Dopo aver fatto togliere
la scomunica alla città, il grande francescano s’impegnò per far siglare la
pace tra la città della torre pendente e Lucca, organizzò l’assistenza agli
infermi nell'infuriare di una tremenda epidemia, e fu proprio il nostro Mansueto,
come riportano le cronache del tempo, a mettere la prima pietra dell’Ospedale S.
Chiara.
In segno di devozione e ringraziamento i pisani costruirono
quelle che ancor oggi sono le “mura Pisane”, quelle che si affacciano su Piazzale
Garibaldi. Un baluardo a difesa del nuovo terziere castiglionese nato intorno
al convento dei Francescani in cui probabilmente Mansueto passò gli ultimi anni
della sua vita avventurosa. Se il centro storico di Castiglioni è quello che è
oggi, con la sua strana forma allungata in direzione Nord, lo si deve anche al
contributo della vecchia repubblica marinara.
Ma il rapporto con Pisa non finisce qui. Chi visita
la chiesa di San Francesco, proprio accanto alla porta d’ingresso noterà un
affresco, datato 1587, dove è raffigurata una assunzione in cielo della Madonna con
sullo sfondo proprio la città di Pisa. Ecco
un’altra delle tante curiosità che s’incontrano navigando nella storia della
nostra città.
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