Si
arriverà a un regolamento edilizio unico per tutti i comuni italiani?
C’è
chi, prendendo atto di una del paradosso,
per cui ognuno degli 8.003 municipi norma la materia urbanistica in maniera
differente, ci sta pensando. In effetti, in Italia ci sono circa 8.000
regolamenti, e (sarebbe bene evidenziarlo) venti leggi regionali diverse.
Se
un marziano osservasse dall'alto questa situazione, ci prenderebbe per matti.
L’omino
verde si domanderebbe “com'è possibile che sullo stesso argomento un Comune
dica pera e l’altro mela”?
Però
l’alieno sbaglierebbe, come sbagliano i pasdaran dei regolamenti nazionali.
Qualunque persona di buon senso comprende che non è possibile prevedere un regolamento
edilizio unico per situazioni completamente differenti tra loro.
Non
si può pensare per esempio che norme uguali possano valere per Milano e Scanzano
Jonico. Quindi parlare di regolamenti unico edilizio, per tutti i comuni italiani,
è una bestialità logica.
Le
differenze territoriali, economiche e perfino culturali giustificano approcci
differenti allo stesso argomento. Cosa diversa è invece un intervento uniforme
su aree omogenee, per cui amministrazioni della stessa zona devono applicare
norme uguali.
Il
paradosso italiano è tutto qui: quello che è consentito in un comune non è
ammesso in quello confinante, spesso con norme contraddittorie e contrastanti.
Così
come occorre trovare un’omogeneità sulle definizioni, questa si che abbia un
valore nazionale.
In
un Comune con «superficie utile» s’indica una determinata cosa mentre, passato
il confine, lo stesso termine indica una cosa diversa. La superficie, verrebbe
da dire, ha da essere uguale per tutti.
Sarebbe
saggio che in Valdichiana sia andasse non solo a un coordinamento degli
strumenti urbanistici (già previsto dalla legge regionale) ma a un vero e
proprio regolamento urbanistico di vallata, magari individuando le vocazioni
territoriali ed evitando assurde competizioni tra i territori, per esempio in
materia di aree produttive. Questa sarebbe una bella novità, che aprirebbe la
strada a possibili sviluppi legati all'accorpamento dei servizi.
Oggi
viviamo una situazione paradossale per cui a Castiglion Fiorentino di fatto si muove
guerra al consumo del suolo, penalizzando cittadini e imprese, e a dieci
chilometri si da il via libera all'insediamento di grandi aziende.
A
tale proposito vorremmo capire il motivo per cui, sullo strumento urbanistico
di Castiglioni, sia sceso un velo di silenzio. Tutto a posto? Mica tanto, forse oggi, in un momento di stasi
dell’edilizia, non tutti si rendono conto di quello che è avvenuto ma quando l’economia
riprenderà a muoversi e la gente vorrà costruire si troverà davanti un muro
normativo impenetrabile. Si pensa forse di intervenire con varianti ad hoc? Noi
siamo dell’avviso che i cittadini vanno messi tutti sullo stesso piano, fin dai
blocchi di partenza.
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