venerdì 29 gennaio 2016

URBANISTICA: TUTTI UGUALI

Si arriverà a un regolamento edilizio unico per tutti i comuni italiani?
C’è chi, prendendo  atto di una del paradosso, per cui ognuno degli 8.003 municipi norma la materia urbanistica in maniera differente, ci sta pensando. In effetti, in Italia ci sono circa 8.000 regolamenti, e (sarebbe bene evidenziarlo) venti leggi regionali diverse.
Se un marziano osservasse dall'alto questa situazione, ci prenderebbe per matti.

L’omino verde si domanderebbe “com'è possibile che sullo stesso argomento un Comune dica pera e l’altro mela”?
Però l’alieno sbaglierebbe, come sbagliano i pasdaran dei regolamenti nazionali. Qualunque persona di buon senso comprende che non è possibile prevedere un regolamento edilizio unico per situazioni completamente differenti tra loro.

Non si può pensare per esempio che norme uguali possano valere per Milano e Scanzano Jonico. Quindi parlare di regolamenti unico edilizio, per tutti i comuni italiani, è una bestialità logica.
Le differenze territoriali, economiche e perfino culturali giustificano approcci differenti allo stesso argomento. Cosa diversa è invece un intervento uniforme su aree omogenee, per cui amministrazioni della stessa zona devono applicare norme uguali.
Il paradosso italiano è tutto qui: quello che è consentito in un comune non è ammesso in quello confinante, spesso con norme contraddittorie e contrastanti.
Così come occorre trovare un’omogeneità sulle definizioni, questa si che abbia un valore nazionale.
In un Comune con «superficie utile» s’indica una determinata cosa mentre, passato il confine, lo stesso termine indica una cosa diversa. La superficie, verrebbe da dire, ha da essere uguale per tutti.
Sarebbe saggio che in Valdichiana sia andasse non solo a un coordinamento degli strumenti urbanistici (già previsto dalla legge regionale) ma a un vero e proprio regolamento urbanistico di vallata, magari individuando le vocazioni territoriali ed evitando assurde competizioni tra i territori, per esempio in materia di aree produttive. Questa sarebbe una bella novità, che aprirebbe la strada a possibili sviluppi legati all'accorpamento dei servizi.
Oggi viviamo una situazione paradossale per cui a Castiglion Fiorentino di fatto si muove guerra al consumo del suolo, penalizzando cittadini e imprese, e a dieci chilometri si da il via libera all'insediamento di grandi aziende.

A tale proposito vorremmo capire il motivo per cui, sullo strumento urbanistico di Castiglioni, sia sceso un velo di silenzio. Tutto a posto?  Mica tanto, forse oggi, in un momento di stasi dell’edilizia, non tutti si rendono conto di quello che è avvenuto ma quando l’economia riprenderà a muoversi e la gente vorrà costruire si troverà davanti un muro normativo impenetrabile. Si pensa forse di intervenire con varianti ad hoc? Noi siamo dell’avviso che i cittadini vanno messi tutti sullo stesso piano, fin dai blocchi di partenza.  

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