lunedì 18 gennaio 2016

UNA VOCE STONATA (la nostra) sulla (nostra) VALLATA

Non accodarsi alla moda del momento non significa necessariamente dire stupidaggini, al contrario, questo esercizio consente di vedere meglio le cose. Si riesce a vederle meglio perché vengono meno i paraocchi di un’informazione imburrata e le lodi accattivanti dei cantori.

Il vento tiepido del “sentire comune” lo abbiamo sentito spirare, in una fredda giornata d’inverno, tra i vicoli di Castiglion Fiorentino durante la presentazione del libro dell’architetto Marraghini "Design e paesaggio agrario nella Valdichiana Lorenese: La Fattoria di Montecchio".

Un saggio sicuramente interessante, che ci ripromettiamo di leggere, ma che, non ce ne voglia l’autrice, è stato surclassato da un diverso argomento e da un altro personaggio.
La vera star della serata è stata, a tutti gli effetti, il patron di #ABOCA Valentino Mercati, il quale ha colto l’occasione per presentare, a quello che scrive la stampa, le sue idee e i suoi progetti per la #Valdichiana: dai bachi da seta ai maiali bradi, dai cereali alle vacche chianine, passando per l’arboreto didattico, le leopoldine, le erbe officinali.
Finalmente qualcuno, che dopo anni di silenzio, dice la sua sullo sviluppo del territorio: Il bello e il buono che si abbinano all'impresa, l’ambiente, inteso come spazio sociale e naturale che si trasforma in profitto economico.  
Ci ricorda, con tutte le differenze, la filosofia che ha ispirato Brunello Cucinelli, un grande imprenditore oltre che un grande uomo.
E’ una splendida immagine vedere seduti intorno allo stesso tavolo istituzioni, associazioni ambientaliste e imprese, è la più bella cartolina che un territorio può offrire, perché vuol dire attenzione alla terra, amore per la natura e buone idee per la crescita.
C’è solo un piccolo busillis, un punto dolente: le idee le ha messe in campo solo il dottor Valentino Mercati, idee che partono dal suo punto di vista, idee bellissime che qualcuno potrebbe perfino definire poetiche.
A noi, cui piace andare contro corrente e non sposare mode del momento, sorge un dubbio: si può con la poesia amministrare un territorio? Anche Lorenzo il Magnifico, quando si trattava di guidare lo stato, lasciava da parte le rime e passava alla politica.
Siamo dubbiosi, parecchio dubbiosi che debba essere un’impresa a dettare le linee di sviluppo (e quindi di governo) di un’intera vallata: i nostri amministratori cosa dicono?
Sono d’accordo di lasciare ad altri l’onere di ridisegnare la Valdichiana?
Questa cosa non ci convince, anche perché tiene conto solo di una parte. E le industrie, le piccole e medie imprese dentro questa logica che fine fanno? Le altre attività agricole saranno soggetti di conflitto o collaborazione? Le infrastrutture come saranno modellate? Verrà  avanti anche da noi l’ipotesi di un distretto biologico con tutto quello che questo comporta?
Può darsi che le nostre convinzioni abbiano fatto ormai il loro tempo e qualcuno potrà smentirci anche domani. Però rimaniamo convinti di una cosa: le amministrazioni di fronte al combinato disposto di associazioni ambientaliste, imprese e sponsor rischiano di diventare afone come un ammalato di laringite e questo non è positivo.

Rimaniamo in attesa di capire quanto questo “sviluppo dolce” produrrà in termini di occupazione, sviluppo, reddito. Questo è il nodo. 

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