lunedì 18 gennaio 2016

NOI STIAMO CON I CINGHIALI

Il nuovo fronte è quello dei #cinghiali, tutti in trincea, pronti a una riedizione del passaggio del fronte del 1944 quando, sulle nostre montagne, se le dettero di santa ragione Tedeschi e Alleati.
Questo dicono i firmatari di un appello contro la proposta di legge della Regione Toscana che prevede l'abbattimento, nell'arco di tre anni, di 250 mila tra cinghiali, daini e caprioli.
In termini di numeri una vera strage.
Ma perché la Regione intende dare il via a questa guerra totale mobilitando legioni di cacciatori?

Lo spiega l’Assessore Remaschi: “la legge all'esame del consiglio regionale vuole riportare la densità degli ungulati nella media. Abbiamo una densità di ungulati nel nostro territorio quattro volte superiore alla media nazionale e gli incidenti stradali provocati da questi animali dai 200 l'anno del 2013 sono passati a quasi mille. Rimborsiamo 2,5 milioni di danni agli agricoltori ogni anno ed è indispensabile fare qualcosa. In Toscana dobbiamo passare da 420 mila ungulati a meno di 150 mila”.
Parole che non sembrano lasciare scampo alle povere bestie, sacrificate a causa della loro prolificità e all'assenza di nemici naturali.
Argomentazioni che non convincono migliaia di cittadini, tra cui gli illustri firmati della petizione anti abbattimento: Franco Battiato, Stefano Bollani, Giorgio Panariello, Dacia Maraini, David Riondino, Sandro Veronesi, Folco Terzani, Marco Vichi.
Tutti si rendono conto del problema ma la soluzione è completamente diversa.
Alla “long carabine” si preferisce un approccio “naturale”. Sulla base di esperienze già consolidate si propone l’introduzione di animali pedatori come i lupi e mangimi sterilizzanti.
Scelta complicata quella della Regione perché ormai da qualche anno è aumentata tra la gente la sensibilità ambientalista e quella animalista
In effetti, pensare a una “carneficina” di queste proporzioni sconcerta e spaventa.
E non ci piacciano nemmeno un poco le argomentazioni tirate fuori dall'assessore regionale per cui “questi signori che hanno firmato l'appello sembra che vivano nelle riserve indiane e magari hanno tutto l 'interesse a farsi la passeggiata la domenica. in realtà hanno come abitazioni delle ville, ma non la raccontano tutta”. E l'intervento dei lupi per diminuire la popolazione dei cinghiali parrebbe lasciare il tempo che trova: “gli allevatori di pecore non sarebbero certo contenti dell'intervento dei lupi”.
Premesso che anche a noi, che non viviamo nelle ville, piace fare delle passeggiate domenicali e quindi il ragionamento dell’assessore è piuttosto labile vorremmo fargli presente che le sue spiegazioni contrastano con lo spirito con cui la Regione Toscana ha accolto, per esempio nel campo dell’urbanistica, le petizioni e gli appelli di proprietari di ville e casali.
Quelle istanze, fortemente sostenute da certa stampa, hanno prodotto una legge regionale urbanistica con limitazioni da museo delle cere. In quel caso la Regione, scusate il termine, ha calato le braghe mentre con gli ungulati fa la faccia dura.  
Questa volta noi stiamo dalla parte dei cinghiali, dei caprioli dei daini e se ci sono anche dei mufloni. Non ci piace il sangue e non ci piace il modo in cui queste bestie rischiano di esser fucilate 365 giorni l’anno (festività comprese).
Forse un approccio un po’ più meditato al problema, che eviti tonnellate di piombo caldo, sarebbe auspicabile.




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