Siamo un paese di farisei, ci scandalizziamo perché qualcuno
(sarebbe bene sapere chi, giacché il ministro Franceschini afferma di essere
stato all'oscuro di tutto) ha deciso di coprire le statue «nude» dei Musei
Capitolini, in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani.
Ci scandalizziamo senza sapere che in Iran dal 1979
esistono norme severissime in materia di nudo per quanto trasfigurato nella
diafana bellezza dell’arte.
Ci scandalizziamo fino al punto di chiedere da parte
del CODACONS di licenziare i responsabili di questa iniziativa. A parte che non
abbiamo ben capito cosa ci incastrino le associazioni dei consumatori in questa
vicenda ci domandiamo perché mai licenziare?
In un paese in cui non si manda a casa nemmeno quello
che in mutande va timbrare il cartellino si vorrebbe cacciare a pedate chi ha
coperto qualche statua per non urtare la sensibilità di un ospite straniero?
Secondo noi dovrebbero dargli un encomio se, come
dice il ministro nessuno ci aveva pensato. Se non altro perché, con quella
iniziativa, per quanto arbitraria, ha evitato più di un imbarazzo al capo del
governo. Immaginate cosa sarebbe successo se il Presidente dell’Iran si fosse
trovato difronte a quelle statue desnude e avesse girato i tacchi.
Con lo stesso criterio portato avanti dai difensori
del “nudo rinascimentale”, inteso come eccellenza artistica, ci si può domandare
perché al pranzo ufficiale non c’erano bottiglie di Brunello e prosciutti di Parma.
Eppure anche quelli per una certa iconografia sono simboli, delle pregevolezze
del nostro paese. Siamo dei farisei
della peggior specie, perché ci turbiamo per due statue nascoste e non invece
per i diritti civili, per le persone impiccate in piazza, appese ad una gru. Di
quello, forse, ci dovremmo scandalizzare. Ma i diritti sono merce di scambio, per
cui occorre tacere, sulle statue invece si può polemizzare tanto, alla fine, non
succede niente.
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