mercoledì 27 gennaio 2016

UN PAESE DI FARISEI

Siamo un paese di farisei, ci scandalizziamo perché qualcuno (sarebbe bene sapere chi, giacché il ministro Franceschini afferma di essere stato all'oscuro di tutto) ha deciso di coprire le statue «nude» dei Musei Capitolini, in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani.  
Ci scandalizziamo senza sapere che in Iran dal 1979 esistono norme severissime in materia di nudo per quanto trasfigurato nella diafana bellezza dell’arte.

Ci scandalizziamo fino al punto di chiedere da parte del CODACONS di licenziare i responsabili di questa iniziativa. A parte che non abbiamo ben capito cosa ci incastrino le associazioni dei consumatori in questa vicenda ci domandiamo perché mai licenziare?

In un paese in cui non si manda a casa nemmeno quello che in mutande va timbrare il cartellino si vorrebbe cacciare a pedate chi ha coperto qualche statua per non urtare la sensibilità di un ospite straniero?
Secondo noi dovrebbero dargli un encomio se, come dice il ministro nessuno ci aveva pensato. Se non altro perché, con quella iniziativa, per quanto arbitraria, ha evitato più di un imbarazzo al capo del governo. Immaginate cosa sarebbe successo se il Presidente dell’Iran si fosse trovato difronte a quelle statue desnude e avesse girato i tacchi.  

Con lo stesso criterio portato avanti dai difensori del “nudo rinascimentale”, inteso come eccellenza artistica, ci si può domandare perché al pranzo ufficiale non c’erano bottiglie di Brunello e prosciutti di Parma. Eppure anche quelli per una certa iconografia sono simboli, delle pregevolezze del nostro paese.  Siamo dei farisei della peggior specie, perché ci turbiamo per due statue nascoste e non invece per i diritti civili, per le persone impiccate in piazza, appese ad una gru. Di quello, forse, ci dovremmo scandalizzare. Ma i diritti sono merce di scambio, per cui occorre tacere, sulle statue invece si può polemizzare tanto, alla fine, non succede niente.

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