La
Commissione Commercio internazionale del Parlamento Europeo ha dato il via
libera “all'accesso temporaneo, supplementare, sul mercato dell’Unione” di 35
mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero per il 2016 e 2017.
La
misura è stata proposta per mostrare concretamente la solidarietà dell’Unione
nei confronti della Tunisia in grave crisi economica dopo gli attacchi
terroristi.
Premesso
che la solidarietà tra stati difficilmente esiste, anche in caso di disastri
naturali (terremoti, alluvioni, tsunami) la fratellanza spesso si trasforma in
affari, non si comprende perché la solidarietà, ammesso che si tratti di
questo, debba essere fatta a danno dei nostri produttori.
Già
gli olivicoltori italiani (in particolare i Toscani) sono penalizzati da norme
assurde e non ci voleva proprio un’aggiunta di olio tunisino sul mercato.
Forse,
prima di varare certi, provvedimento sarebbe necessario meditarli.
La
mutualità internazionale si può esprimere in mille modi ma non si è mai visto
che per dare una mano a qualcuno, si afferra per il collo un altro.
Questa
questione, per altro, rimette al centro della discussione il futuro dell’olivicoltura
nel nostro territorio. Crediamo che sia arrivato il tempo di attivare misure
concrete per contrastare un’internazionalizzazione dannosa alla qualità e
qualche volta anche alla salute,
La
prima cosa è superare la frammentazione dei produttori, pensare a un consorzio
e a una politica de marchi che consenta di attaccare i mercati mondiali.
Solo
così si può produrre reddito per i coltivatori, in caso contrario dovremo arrenderci,
ma non è nel DNA dei nostri agricoltori tirare i remi in barca.
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