martedì 19 gennaio 2016

IL BATTITO D'ALI DI RENZI


Non spetta a noi giudicare la polemica che si è aperta tra il presidente della commissione europea Juncker e il governo italiano. Altri e ben più autorevoli commentatori stanno spargendo fiumi d’inchiostro, giustamente preoccupati per una controversia che rischia di isolare il nostro paese nel contesto europeo e aprire le porte alla  speculazione finanziaria.

Però qualcosa come semplici cittadini ci sentiamo autorizzati a dirla.
Primo ci è piaciuto l’atteggiamento di Renzi il quale ha rivendicato un ruolo non subordinato del nostro paese.
Secondo ci è piaciuto che qualcuno abbia finalmente ricordato che l’Italia non è la Lettonia e nemmeno la Grecia (con tutto il rispetto per la sua storia millenaria).
Terzo ci è piaciuto che qualcuno abbia detto che in Europa le strade sono a doppio senso di circolazione e non sensi unici con destinazione Berlino.

C’è chi suggerisce di abbassare i toni e ricercare, come si dice, un compromesso al ribasso.
Noi la vediamo in maniera diversa. Certo non serve strepitare come servette però alcuni punti vanno tenuti fermi.
Oggi Renzi può assumere un ruolo importante, ammesso che ne abbia la forza e la voglia, quello di farsi portavoce di un modo nuovo di intendere l’Europa.
Farsi capofila dei PIGS (Portogallo Italia Grecia Spagna), cioè di quei paesi europei che presentano una precaria condizione dei conti pubblici non servirebbe a niente, occorre volare alto e diventare portavoce di un modello economico diverso.
E’ l’occasione per ribadire che se vogliamo uscire alla svelta dalle difficoltà ci vogliono più investimenti pubblici per ridare fiato alla competitività (l’hanno fatto gli USA non si capisce perché non possiamo farlo noi), rompere i vincoli dei patti di stabilità, consentire gli aiuti di stato (compresi quelli alle banche, la Germania l’ha fatto perché noi no?).
E’ tutta roba che non serve alla gente comune? 
Non è vero! L’allentamento del patto di stabilità per esempio consentirebbe di rilanciare il ruolo dei Comuni (anche dei nostri) e quindi avrebbe una ricaduta diretta sulla vita quotidiana: in  termini di servizi, benessere, sostegno a chi ha bisogno. Ridare fiato alle opere pubbliche vorrebbe dire creare occupazione e far lavorare le imprese. Aumentare la dotazione infrastrutturale (strade, banda larga, trasporti) significherebbe accrescere la forza del sistema economico. Tradotto in cifre vuol dire più ricchezza, più reddito e più capacità di spesa in un momento in cui il mercato interno langue.

Come insegna la famosa teoria, un battito d’ali di una farfalla in Brasile può causare un tornado in Florida. Se Renzi si decidesse a sbattere le ali, l’effetto sarebbe ben più sostanzioso di quello di un lepidottero. 

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