martedì 12 gennaio 2016

NO ALLE NUOVE MAROCCHINATE

Dodici lunghi giorni dalle “aggressioni di San Silvestro”, quando un numero imprecisato di donne sono state assalite, ingiuriate e violentate per le strade di Colonia.
La descrizione dei fatti è allucinante, con un’escalation di brutalità, furti e imboscate portare avanti da centinaia di uomini che i rapporti descrivono come «nordafricani» o «arabi».

“È chiaro che gli aggressori sono arrivati da più regioni, a Colonia come in altre città. Normalmente una cosa del genere è organizzata sui social network" afferma la polizia.
La cosa singolare è che di questi gruppi facevano parte rifugiati e clandestini, tutta gente che avrebbe tutto l’interesse a rimanere sottotraccia e invisibile. E invece hanno scelto la strada di una violenza clamorosa, verrebbe da dire massmediatica.
Dunque è stata una scelta deliberata, non il frutto del caso, di ubriachezza sfrenata o dell’uso smodato di droghe. Un piano coordinato che ha messo in campo un esercito.
Brutta faccenda che ci proietta indietro nel tempo.
Noi, che abbiamo la memoria lunga, ci siamo ricordati di quello che successe in Italia nel 1944 nel Lazio e nella Toscana Meridionale, dove accaddero fatti terribili passati sotto il nome di “marocchinate”: razzie, violenze bestiali sulle donne e non solo, furti effettuati dai goumier (truppe nordafricane al servizio dei francesi).
Certo il contesto storico oggi è diverso, non siamo più nel 1944 ma nel 2014, sono passati settanta anni, ma la mentalità per certi versi non sembra essere cambiata.
Il disprezzo per le donne, per il contesto sociale che li ha accolti, la negazione dei principi che tengono in piedi questa nostra società sembra non appartenere a una parte di coloro che attraversano il mare Mediterraneo e arrivano in Europa.
Non vogliamo generalizzare, però resta il fatto che non si tratta di episodi isolati, i fatti di Colonia hanno visto coinvolti  centinaia di giovani che si muovevano tutti insieme, come una falange ben organizzata. Sembra quasi che l’orologio della storia si sia bloccato nella loro testa: l’occidente terra di conquista e non terra di opportunità.
Per questo occorrono tanta attenzione e altrettanto grande risolutezza.
Dobbiamo gridare forte che per noi ci sono valori non negoziabili ed allo stesso tempo non è possibile accettare, in nome della tolleranza, atteggiamenti che incrinano la tenuta della nostra società, rischiando di farci diventare egoisti, cattivi e peggiori di quello che siamo.
In quale parte del mondo sono accettati predicatori che incitano alla violenza contro la comunità che li ha accolti? E’ un controsenso logico che alla lunga non può durare.
Il rischio è di arrivare troppo tardi. Dopo sarà inutile piangere sul  latte versato.
Le marocchinate 2.0 vanno rispedite al mittente e con loro le centinaia di delinquenti che in quella notte di follia ne sono stai protagonisti.





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