Dopo
qualche anno di rallentamento tutto sembra essersi messo in movimento nell'economia locale. Dalle pagine dei giornali rimbalzano notizie a raffica: progetti d’investimento
nel settore agricolo, idee di rilancio del sistema infrastrutturale, arrivo di
fondi europei, aziende ad alta tecnologia che intendono insediarsi in Valdichiana.
Rimaniamo
piacevolmente stupiti da questo carosello che conferma, se mai ce ne fosse
stato bisogno, le potenzialità del nostro territorio.
Passato l’innamoramento per il turismo e la sbornia per i servizi si è capito che
questi due comparti sono importanti ma non decisivi per recuperare il gap
occupazionale e produttivo.
Nello
spazio di poco tempo sono stati presentai due progetti di sviluppo targati
ABOCA e Bonifiche Ferraresi, dove, con investimenti per svariati milioni di
euro, si rilancia il ruolo dell’agricoltura e della trasformazione dei prodotti.
Ma
la storia non finisce qui, dal recente convegno di Follonica denominato “Circolo
virtuoso, opportunità e sviluppo sostenibile del sud della toscana” sono spuntate
idee eccellenti.
Parecchi
hanno creduto che quel convegno riguardasse solo l’area del grossetano, grave
errore. Gli argomenti e il rango degli interlocutori, a cominciare dal
Presidente Rossi e dal ministro dell'agricoltura Martina, ci dicono che il
ragionamento andava parecchio più in là della Maremma.
La
prima proposta, lanciata dal Governatore Rossi, indica la necessità di un patto
che veda unite agricoltura, turismo e industria, in stretta collaborazione con pubblico e privato.
Ottimo
modello, finalmente si capisce che il pubblico, nonostante i suoi acciacchi, può
ancora giocare un ruolo decisivo a supporto della strategia economica.
Per
altro questa idea, nel nostro piccolo, l’avevamo già lanciata quando scrivemmo
che era necessario, per il recupero dell’area dell’ex zuccherificio, mettere
intorno ad un tavolo Maccaferri e Aboca con la supervisione degli enti locali.
Oggi
quest’idea torna prepotentemente di attualità anche alla luce dei finanziamenti
europei che, fino al 2020, assommeranno a circa un miliardo di euro per il
piano di sviluppo rurale della Toscana.
Tanta
roba da mettere sul tavolo dello sviluppo. Castiglion Fiorentino può aspirare a
concorrere con un progetto innovativo? Noi speriamo di sì, ma fino a quando si
continua a far andare la barca dove vuole la corrente, senza essere capaci di
governarla, di risultati se ne vedranno ben pochi.
Ma
le buone notizie non si fermano qui, nel Convegno, è stato proposto il rilancio
del porto di Piombino e dell’aeroporto di Grosseto. Qualcuno potrà dire “a noi
che ce ne frega”?
Altro
grave errore, perché il sistema industriale (compreso quello della trasformazione
dei prodotti agricoli) ha bisogno come il pane d’infrastrutture e più sono
vicine più aiutano la crescita ed il rafforzamento della competitività.
Il
momento appare decisivo e bisogna farsi trovare pronti. E’ motivo di
soddisfazione che due grandi gruppi come ABOCA e Bonifiche Ferraresi intendono investire
nella nostra vallata. In questo senso la funzione degli Enti Locali, in primo
luogo dei Comuni, visto che la Provincia è stata affossata, diventa decisivo. Come
abbiamo già detto non possiamo permetterci che a dettare le linee di governo di
un territorio siano le imprese. Le aziende vanno sostenute, incoraggiate,
aiutate ma le amministrazioni non possono abdicare dal loro ruolo.
Vedremo
quali saranno gli sviluppi futuri. Per ora le condizioni ci sono, starà alla
capacità del “sistema “Valdichiana 2.0” di coglierle e trasformarle in opportunità
per tutti, opportunità di lavoro per i giovani e di collaborazione con le nostre
imprese artigiane e di servizio. Se c’è una ricaduta positiva deve valere per l’intera
collettività.
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