Die
Verwandlung, cioè La Metamorfosi, è un racconto di
Kafka in cui si narra la storia di un uomo che si risveglia un bel mattino trasformato
"in un gigantesco insetto". Il resto delle pagine descrive i tentativi
compiuti del protagonista per organizzare la propria vita a questa sua nuova condizione.
Chissà perché mi è venuto in mente questo racconto quando ho letto le ultime
cronache della politica.
Mettiamo
in fila gli accadimenti: il Senato da il via libera al ddl di riforma
costituzionale grazie all’«aiutino determinante» del gruppo di Ala e di altri
fuoriusciti di Lega e Pdl.
Il
giorno dopo i verdiniani incassano tre vicepresidenze di Commissione a Palazzo
Madama: Pietro Langella al
Bilancio (V); Giuseppe Compagnone
alla Difesa (IV); Eva Longo alle
Finanze (VI). Tutti eletti in “quota maggioranza” (presidenze e vicepresidenze sono
distribuite tra forze di governo e forze di opposizione).
E’
bene ricordare che Verdini (ex braccio destro di Berlusconi) aveva parlato nei
giorni scorsi di una possibile “affiliazione” al Partito Democratico. Al che
Guerini, Vicesegretario dello stesso PD, aveva precisato che “l’iscrizione di
Verdini al PD non esiste in natura”.
Il
buon Guerini dice una cosa “geneticamente” corretta ma politicamente furbetta, “affiliazione”
non è la stessa cosa di “iscrizione”.
Nella
sfera della politica, in realtà, contano più i fatti delle parole e i fatti dicono
che tre appartenenti al gruppo di Verdini sono stati eletti in “quota
maggioranza” nelle commissioni parlamentari. Forse non ha tutti i torti chi, in
un tardivo risveglio, dice che forse è in atto l’aggregazione di “una nuova
maggioranza”.
Niente
di male aggiungiamo noi, purché si faccia nella chiarezza. Le maggioranze si costruiscono sull'adesione a un programma, all'interno di un confronto
politico, partecipando a una scala di valori. E’ chiedere troppo? Forse, ma
pensare che la politica si fondi solo sui numeri alla lunga porta a dei
disastri. Perché i numeri sono volatili, instabili e soprattutto hanno un
costo. Per questo ci lascia perplessa la controreplica del capogruppo PD al
senato Zanda che dice “in Parlamento chi vota la fiducia al governo è in
maggioranza, chi non la vota è all'opposizione”. Quindi Verdini è, a tutti gli
effetti in maggioranza, saltando a piè pari un confronto politico ma legittimandosi
in forza dei voti di cui dispone.
Un
criterio di selezione delle alleanze piuttosto balzano che lascia le porte
aperte a chiunque, trasformando le alleanze di governo in una sorta di autobus,
da dove si scende o si sale a seconda delle convenienze.
In
tutto questo il PD rischia di fare davvero la fine dell’insetto di Kafka, va a
letto in un modo e si risveglia in un altro.
Poi
non ci si può lamentare se la gente non ci capisce più niente e prende fischi
per fiaschi. Qualcuno dovrebbe riguardarsi il film “l’uomo dell’anno” e
meditarci sopra.
In
quel caso un conduttore comico venne eletto Presidente degli USA per un errore nel voto elettronico, qui da noi
potrebbe diventare capo del governo con
il voto popolare.
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