venerdì 22 gennaio 2016

LA METAMORFOSI DEL PD


Die Verwandlung, cioè La Metamorfosi, è un racconto di Kafka in cui si narra la storia di un uomo che si risveglia un bel mattino trasformato "in un gigantesco insetto". Il resto delle pagine descrive i tentativi compiuti del protagonista per organizzare la propria vita a questa sua nuova condizione. Chissà perché mi è venuto in mente questo racconto quando ho letto le ultime cronache della politica.  

Mettiamo in fila gli accadimenti: il Senato da il via libera al ddl di riforma costituzionale grazie all’«aiutino determinante» del gruppo di Ala e di altri fuoriusciti di Lega e Pdl.
Il giorno dopo i verdiniani incassano tre vicepresidenze di Commissione a Palazzo Madama: Pietro Langella al Bilancio (V); Giuseppe Compagnone alla Difesa (IV); Eva Longo alle Finanze (VI). Tutti eletti in “quota maggioranza” (presidenze e vicepresidenze sono distribuite tra forze di governo e forze di opposizione).

E’ bene ricordare che Verdini (ex braccio destro di Berlusconi) aveva parlato nei giorni scorsi di una possibile “affiliazione” al Partito Democratico. Al che Guerini, Vicesegretario dello stesso PD, aveva precisato che “l’iscrizione di Verdini al PD non esiste in natura”.
Il buon Guerini dice una cosa “geneticamente” corretta ma politicamente furbetta, “affiliazione” non è la stessa cosa di “iscrizione”.  
Nella sfera della politica, in realtà, contano più i fatti delle parole e i fatti dicono che tre appartenenti al gruppo di Verdini sono stati eletti in “quota maggioranza” nelle commissioni parlamentari. Forse non ha tutti i torti chi, in un tardivo risveglio, dice che forse è in atto l’aggregazione di “una nuova maggioranza”.
Niente di male aggiungiamo noi, purché si faccia nella chiarezza. Le maggioranze si costruiscono sull'adesione a un programma, all'interno di un confronto politico, partecipando a una scala di valori. E’ chiedere troppo? Forse, ma pensare che la politica si fondi solo sui numeri alla lunga porta a dei disastri. Perché i numeri sono volatili, instabili e soprattutto hanno un costo. Per questo ci lascia perplessa la controreplica del capogruppo PD al senato Zanda che dice “in Parlamento chi vota la fiducia al governo è in maggioranza, chi non la vota è all'opposizione”. Quindi Verdini è, a tutti gli effetti in maggioranza, saltando a piè pari un confronto politico ma legittimandosi in forza dei voti di cui dispone.
Un criterio di selezione delle alleanze piuttosto balzano che lascia le porte aperte a chiunque, trasformando le alleanze di governo in una sorta di autobus, da dove si scende o si sale a seconda delle convenienze.
In tutto questo il PD rischia di fare davvero la fine dell’insetto di Kafka, va a letto in un modo e si risveglia in un altro.
Poi non ci si può lamentare se la gente non ci capisce più niente e prende fischi per fiaschi. Qualcuno dovrebbe riguardarsi il film “l’uomo dell’anno” e meditarci sopra.
In quel caso un conduttore comico venne eletto Presidente degli USA per un errore nel voto elettronico, qui da noi potrebbe diventare capo del governo con il voto popolare.



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