Non vedremo più Pietro, il protagonista della serie Un
passo dal cielo, comandante della squadra del Corpo Forestale che
veglia sugli abitanti di San Candido, sui boschi, le montagne e le vallate
dell'Alta Pusteria.
E’ di queste ore l’annuncio che Il Corpo Forestale dello Stato sarà
assorbito nell'Arma dei carabinieri.
Suona il “de
profundis” per un altro pezzo di storia patria (i forestali esistono dal 1822),
sacrificato sull'altare della razionalizzazione, ma di quale razionalizzazione
si parla?
Tutti
pensano immediatamente ai risparmi e questo racconta la giovane Ministra.
I risparmi
sono numeri e allora vediamo un po’ come stanno i conti.
Il Corpo Forestale
oggi costa circa 490 milioni di euro l’anno: 460 milioni per il personale –
che ovviamente non cambieranno – e 30 milioni per il funzionamento
dell’istituzione, compensati delle sanzioni amministrative che si aggirano intorno
ai 28 milioni di euro. E
dunque quanto si risparmierebbe? Poco o nulla.
Quanto invece
costerebbe l’accorpamento? Analizzando le gare d’appalto vien fuori che la sola
sostituzione delle divise costerebbe oltre 12 milioni di euro. Altri milioni di
euro, poi, sarebbero necessari per uniformare le 1700 unità del parco mezzi
della flotta aerea. E servirebbero almeno 1,5 milioni di euro per corsi di
riqualificazione del personale. Il tutto per un costo totale di quasi 25 milioni di
euro, per un risparmio che dunque
sarebbe di circa 5 milioni su quasi 500: l’1 per cento!
Questo risparmio
rischia, però, di avere un prezzo.
Secondo gli
ambientalisti tutto questo si pagherà con l’allentamento della lotta alle ecomafie. L’ultimo rapporto annuale di Legambiente,
indica che nel 2014 sono stati accertati
29.293 reati in campo ambientale, 80 al
giorno, 4 all'ora, in
aumento rispetto al 2013.
Come ha
dichiarato in un’audizione al Senato il Procuratore Nazionale antimafia Franco Roberti “siamo
contrarissimi alla soppressione del Corpo forestale dello Stato, perché sarebbe
come togliere all'autorità giudiziaria l’unico organismo investigativo in
materia ambientale che dispone delle conoscenze, delle esperienze, del know-how
e anche dei mezzi per poter smascherare i crimini ambientali”. Quindi, invece di abolire,
bisognerebbe rafforzare la Forestale. I fatti dicono questo, il resto sono
chiacchiere da barbiere.
Questo
provvedimento ci sembra la riedizione dell’abolizione delle Provincie, date in pasto
a un’opinione pubblica affamata e che, alla fine, ha prodotto risparmi risibili
a fronte di disservizi acclarati. Non c’è stato uno, tra i giornalisti che
avevano affermato che l’abolizione delle province avrebbe portato un risparmio
di 13 miliardi di euro e tra i tanti politici che si sono accodati a questi pifferai
magici, che abbia ammesso di aver preso un abbaglio. Oggi si persevera nell'errore.
Dietro a
un ministro che parla senza sapere di cosa parla c’è un codazzo di “yes men” al
cui confronto impallidisce il personaggio interpretato da Jim Carrey nell'omonimo film.
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