mercoledì 13 gennaio 2016

CENTRI COMMERCIALI: INUTILE PIANGERE SUL LATTE VERSATO

Un’associazione di categoria dei commercianti ha sollevato il problema del proliferare di grandi strutture commerciali (gestite in gran parte da cittadini cinesi) nel nostro territorio. Secondo la loro valutazione queste iniziative porterebbero a un graduale impoverimento dell’offerta commerciale tradizionale e al declino dei nostri centri storici.
Protesta giusta ma tardiva: è inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati da un pezzo. 

Come diceva il povero Jannacci “se me lo dicevi prima…”. Forse sarebbe stato meglio ragionare (prima) con le Amministrazioni Comunali, per esempio quando redigevano i piani strutturali e individuavano le zone adibite a commercio e quelle suscettibili di sviluppo.  

Lo stesso discorso vale per i centri storici, anche qui si rischia di arrivare a giochi fatti, anche se qualcosa si può ancora fare. La prima cosa è smetterla con i piagnistei, mettendosi nell'ottica che gli strumenti da utilizzare non sono più quelli del passato.
Serve a poco la regolamentazione del traffico se poi dentro le mura non ci sono iniziative in grado di attirare le persone.  E le iniziative non possono essere “una a tantum” ci vuole continuità, ci vuole perseveranza, ci vuole soprattutto un’alleanza di ferro tra residenti, commercianti e amministratori.
I centri commerciali naturali, che ogni tanto rispuntano fuori, possono funzionare solo in un caso: chi arriva in un centro storico deve trovare  una serie di servizi essenziali a cominciare dai parcheggi, una diversificazione dell’offerta  e soprattutto la possibilità di abbinare allo shopping quel qualcosa in più che in un anonimo centro commerciale non si trova e cioè la bellezza, la qualità, il buon vivere.
In questo senso il ruolo delle Amministrazioni diventa essenziale. Non è con 25 euro di “regalo” al turista che si rivitalizza la rete commerciale. Con queste idee al massimo si conquista per un giorno la pagina di cronaca locale, niente di più. A proposito in quanti hanno usufruito del bonus?
La situazione non è bella e siamo nel cuore dei nostri commercianti e dei loro rappresentati, ci rendiamo conto che diventa complicato stringere alleanze quando chi amministra dichiara, vantandosene come un grande risultato, che presto apriranno altri supermercati (cinesi o italiani poco importa) e che un segnale di crescita è la riapertura di una discoteca. Non abbiamo niente contro le discoteche o i nuovi supermercati, la libertà d’impresa è sacra, ma un amministratore ha il dovere di accompagnare lo sviluppo del proprio paese non di subirlo. Spesso invece avviene esattamente il contrario.
Per questo è inutile prendersela con i cinesi, con gli indiani o con le grandi catene di distribuzione. Tutti loro “migrano” dove si creano opportunità e, se nessuno governa il territorio, è normale che vengano fuori come funghi.  

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