Ci scusiamo se questo intervento a qualcuno apparirà
banale ma i tecnicismi non ci piacciono, somigliano troppo al “latinorum”,
cioè a quella lingua artificiosa che serviva per fottere la gente semplice.
E’ bene che tutti intendano così che domani non
possano dire “io non ci avevo capito un tubo”.
Andiamo ai fatti. In un precedente articolo avevamo
segnalato alcune incongruenze del nuovo strumento urbanistico del comune di Castiglion
Fiorentino: taglio delle aree edificabili, limitazione delle zone produttive,
errori nella schedatura degli edifici storici, fossi diventati torrenti, mancata
revoca del precedente regolamento, assenza di risposta alle vecchie osservazioni,
inserimento di aree edificabili in zone non previste dal piano strutturale.
Oggi assistiamo a un’altra puntata della telenovela intitolata “ i segreti dell’urbanistica”.
La giunta Comunale con delibera n. 209 del 10/12/2015
ha espresso un “Parere in ordine a vincolo di inedificabilità su aree
contrassegnate nella cartografica del p.s. come ambiti della crescita degli
insediamenti prevalentemente residenziali ma che ricadono all'interno di aree
di tutela su p.s., definizione indirizzo”.Detto così non si capisce un’acca, però se andiamo ad
approfondire ci accorgiamo che quest’ atto non è poi tanto “neutro”.
Intanto è quantomeno
inconsueto che una Giunta esprima un parere, che si trasforma in un atto d’indirizzo
per i tecnici incaricati del piano, su di una materia che dovrebbe essere di
competenza del Consiglio Comunale. Ed è altrettanto strano che il governo locale
si muova su sollecitazione di un’integrazione a un’osservazione di un privato pervenuta
a tempo scaduto. Ma questi sono peccatucci, dettagli, le cose strane sono
altre.
Il nuovo regolamento prevedeva, infatti, l’inedificabilità
assoluta nelle aree di tutela, escluso piccoli ampliamenti. Una scelta politica
rigida che escludeva anche quelle aree che nei precedenti strumenti urbanistici
erano state indicate come edificabili, una severità eccessiva che faceva un
torto a diversi cittadini. Oggi con questa delibera la Giunta ribalta
completamente la situazione. Noi siamo contenti per quei cittadini che si vedono
riconosciuto un diritto a nostro avviso sacrosanto però alcune cose non
tornano.
Intanto ci piacerebbe sapere che fine fanno i proclami
dell’Assessore che, fino all'altro giorno, si vantava di un piano che stringeva
i cordoni a tutela di ogni singola particella del territorio. Niente di male, la
politica è flessibilità e compromesso. Quello
che non quadra è ben altro.
Questa delibera definisce un indirizzo urbanistico,
che cambia in buona parte il precedente, dopo che i termini per la
presentazione delle osservazioni sono scaduti, inserendo di fatto una nuova
norma di condotta. I nostri amministratori, che non sono degli sprovveduti, si
sono tutelati allargando l’efficacia del provvedimento a tutti quelli che
avevano fatto richieste analoghe. E coloro che non avevano fatto osservazione perché
magari gli era stato detto che non sarebbe stata accolta e quindi non conveniva
spendere dei soldi, che fine fanno? E cosa si va a raccontare ai tecnici ai
quali si era spergiurato che le regole erano immodificabili? In pratica si
cambiano le carte in tavola a giochi fatti. A fronte di un provvedimento che corregge
radicalmente un indirizzo non c’è che una strada: riaprire i termini per le
osservazioni in modo da consentire a tutti di poter presentare le proprie
richiese. In caso contrario viene da pensare male e come diceva qualcuno “ a pensar
male si fa peccato ma spesso ci s’indovina”.
Come diceva il grande Trilussa?
-Er Principino? – Succhia.
- E er popolo? - Se gratta.
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