mercoledì 30 dicembre 2015

LA BANCA E AREZZO (QUASI) SEMPRE DI CENTRODESTRA

Singolare affermazione di Matteo Renzi. Durante la conferenza di fine anno il Presidente del Consiglio ha asserito che la città di Arezzo è (quasi) sempre stata di centrodestra.
La dichiarazione veniva per risposta ad uno striscione, apparso durante le protese contro il decreto salva banche, che recitava “in terra rossa vi siete scavati la fossa”, dando ad intendere un coinvolgimento del Pd e del centrosinistra nel Crac della banca.

Di sicuro Renzi, che non ha il dono dell’onniscienza, si è fidato, di qualche nota dei suoi collaboratori, i quali hanno mostrato scarsa dimestichezza con la storia politica aretina.
Attestare che Arezzo è sempre stata di centrodestra e che il centrosinistra ha vinto solo grazie a Fanfani e a Nepi (quest’ultimo per altro fu sconfitto da Lucherini) è una sciocchezza.  

Tutti i Sindaci, almeno fino all’elezione diretta introdotta nei primi anni novanta, sono stati appannaggio del Partito Socialista a cominciare da Enrico Grazi, Santi Galimberti, Ivo Barbini, Cornelio Vinay, il mitico Aldo Ducci (per ben 6 legislature), Renato Gnocchi, Valdo Vannucci. Quando poi fu introdotta l’elezione diretta, si sono succeduti Paolo Ricci (centrosinistra) Luigi Lucherini (centro destra), Giuseppe Fanfani (centro sinistra), Alessandro Ghinelli (centro destra).
Dunque dire che Arezzo è di centro destra è storicamente sbagliato. Non vorremmo che la pratica della rottamazione si estendesse anche alla memoria perché altrimenti si rischia di fare la fine dello smemorato di Collegno.
Detto questo riteniamo che Renzi abbia ragione quando svincola il Pd dalla questione di Banca Etruria. L’abbiamo già scritto e lo ripetiamo: cosa c’entrano i partiti del centro sinistra con la storia di quella banca? Quale peso hanno avuto nel corso degli anni gli Enti Locali nella conduzione della banca? Per fortuna i giornalisti hanno fatto un buon lavoro mostrando dove sono finite la gran parte delle sofferenze e dei debiti. Quanti di quei nomi o di quelle operazioni sono riconducibili a una matrice legata al centrosinistra?
Si può certamente parlare di responsabilità politica ma solo per quanto riguarda il decreto del governo che, forse, doveva e poteva salvaguardare meglio i risparmiatori ma tutto questo con la conduzione della banca non c’entra un fico secco. Però ormai è passata l’idea, più sui giornali nazionali che su quelli locali, che sanno bene come stanno le cose, che la Banca fosse una banca “rossa”.
Su questo punto era non solo obbligatoria ma doverosa una forte presa di posizione del PD aretino e dei suoi rappresentanti in parlamento per smentire, una volta per tutte queste voci.
E andava fatto non con un comunicato su facebook o qualche riga su twitter ma con un’iniziativa pubblica, rischiando contestazioni, ma dicendo le cose con chiarezza.

In politica talvolta è più utile affrontare il toro per le corna che piegarsi come giunchi sotto la piena.

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