Dopo
la seduta fiume del consiglio comunale sul problema dell’Aamps, la
municipalizzata che si occupa di rifiuti, il sindaco di Livorno ha capito che
governare è affare complesso.
La
materia del contendere nella città labronica era la richiesta del concordato
preventivo per l’Azienda Municipalizzata che, dicono, abbia accumulato 42
milioni di euro di debiti. Il Sindaco Nogarin è stato lapidario “se non
ricapitalizziamo o se non imbocchiamo la strada del concordato, porteranno (gli
amministratori della società) i libri in tribunale".
Non
sappiamo come andrà a finire, speriamo bene per il futuro dei lavoratori e
dell’azienda, certo è che di fronte a situazioni di questo tipo le amministrazioni
sono obbligate a seguire una strada di dolorosa ristrutturazione del debito.
Queste
considerazioni ci servono per introdurre un argomento, quello della Castiglioni
Innova, recentemente tornata alla ribalta per la decisione, presa a maggioranza
dal Consiglio Comunale di Castiglion Fiorentino, di procedere alla sua
liquidazione.
Ci
permettiamo di tornare sul tema perché le differenze tra il caso castiglionese rispetto
a vicende di società partecipate, dismesse, liquidate o peggio ancora fatte
fallire sono macroscopiche e inducono a più di una riflessione.
Qui
non siamo in presenza di una scelta dettata dalla contingenza economica, come
potrebbe essere quella di Livorno, ma di una decisione politica che rischia di
trascinarsi dietro strascichi di varia natura.
Da
qualche parte abbiamo letto che la Castiglioni Innova sarebbe sommersa di
debiti.
L’ultimo
presidente della società, il signor Iraci, in una dichiarazione alla “Voce dei
Castiglionesi” afferma che quando lui ha lasciato la società, circa un anno
orsono, c’era un avanzo di 9.000 euro, come stanno le cose? Passare da un
avanzo (per quanto basso) a una marea di debiti ce ne corre parecchio.
Ci
permettiamo allora di reiterare alcune considerazioni:
Quanti
soldi, in tutti questi anni, il Comune ha speso per Castiglioni Innova? A parte il capitale iniziale non ci risulta
che siano state impiegate altre risorse.
Il
capannone realizzato da Castiglioni Innova per ospitare i mezzi del comune e il
magazzino dell’ufficio tecnico era stato valutato 1.732.000 euro. I nuovi
amministratori hanno portato il valore a 1.600.000 euro. Proprio per la diminuzione di valore del
fabbricato (132.000 euro in meno) la società è finita in perdita. Questo è
diventato il motivo (o il pretesto) per la sua liquidazione.
Che
fine farà il capannone?
Il
Comune, fino a qualche anno fa, pagava un affitto ai privati. Oggi paga un
affitto a Castiglioni Innova, di cui è proprietario per il 51%. E’ meglio o
peggio?
Alcuni
giudicano il canone (104.000 euro l’anno + IVA) troppo alto. E’ mai stata fatta
una valutazione comparativa per affermare che è eccessivamente elevato?
Nessuno
evidenzia che sul contratto di affitto c’è una clausola in cui si dice che il
locatario (cioè il comune) potrà esercitare il diritto di opzione in qualsiasi
momento della durata del contratto e, in caso di acquisto, l’importo pari al
100% dei canoni di locazione pagati verrà conteggiato in diminuzione del
prezzo. L’affitto pagato dal comune è dunque scomputato dal prezzo
dell’acquisto dell’immobile.
Dopo
il voto del Consiglio Comunale che succede? Si consente a qualche privato di acquisire
le quote della società e con essa i beni di cui dispone, cioè il capannone? Si permette a questo privato di riaffittare al
comune?
I
600.000 euro che il Comune ha pagato fino ad oggi e che andrebbero a scomputo
dell’acquisto finale saranno così definitivamente persi.
Da
qualunque parte si guardi non è una bella storia ed è bene che la gente sappia
come stanno le cose.
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