giovedì 3 dicembre 2015

IL CASO LIVORNO, IL CASO CASTIGLIONI INNOVA

Dopo la seduta fiume del consiglio comunale sul problema dell’Aamps, la municipalizzata che si occupa di rifiuti, il sindaco di Livorno ha capito che governare è affare complesso.
La materia del contendere nella città labronica era la richiesta del concordato preventivo per l’Azienda Municipalizzata che, dicono, abbia accumulato 42 milioni di euro di debiti. Il Sindaco Nogarin è stato lapidario “se non ricapitalizziamo o se non imbocchiamo la strada del concordato, porteranno (gli amministratori della società) i libri in tribunale".
Non sappiamo come andrà a finire, speriamo bene per il futuro dei lavoratori e dell’azienda, certo è che di fronte a situazioni di questo tipo le amministrazioni sono obbligate a seguire una strada di dolorosa ristrutturazione del debito.

Queste considerazioni ci servono per introdurre un argomento, quello della Castiglioni Innova, recentemente tornata alla ribalta per la decisione, presa a maggioranza dal Consiglio Comunale di Castiglion Fiorentino, di procedere alla sua liquidazione.

Ci permettiamo di tornare sul tema perché le differenze tra il caso castiglionese rispetto a vicende di società partecipate, dismesse, liquidate o peggio ancora fatte fallire sono macroscopiche e inducono a più di una riflessione.
Qui non siamo in presenza di una scelta dettata dalla contingenza economica, come potrebbe essere quella di Livorno, ma di una decisione politica che rischia di trascinarsi dietro strascichi di varia natura.
Da qualche parte abbiamo letto che la Castiglioni Innova sarebbe sommersa di debiti.
L’ultimo presidente della società, il signor Iraci, in una dichiarazione alla “Voce dei Castiglionesi” afferma che quando lui ha lasciato la società, circa un anno orsono, c’era un avanzo di 9.000 euro, come stanno le cose? Passare da un avanzo (per quanto basso) a una marea di debiti ce ne corre parecchio.
Ci permettiamo allora di reiterare alcune considerazioni:
Quanti soldi, in tutti questi anni, il Comune ha speso per Castiglioni Innova?  A parte il capitale iniziale non ci risulta che siano state impiegate altre risorse.
Il capannone realizzato da Castiglioni Innova per ospitare i mezzi del comune e il magazzino dell’ufficio tecnico era stato valutato 1.732.000 euro. I nuovi amministratori hanno portato il valore a 1.600.000 euro.  Proprio per la diminuzione di valore del fabbricato (132.000 euro in meno) la società è finita in perdita. Questo è diventato il motivo (o il pretesto) per la sua liquidazione.
Che fine farà il capannone?
Il Comune, fino a qualche anno fa, pagava un affitto ai privati. Oggi paga un affitto a Castiglioni Innova, di cui è proprietario per il 51%. E’ meglio o peggio?
Alcuni giudicano il canone (104.000 euro l’anno + IVA) troppo alto. E’ mai stata fatta una valutazione comparativa per affermare che è eccessivamente elevato?
Nessuno evidenzia che sul contratto di affitto c’è una clausola in cui si dice che il locatario (cioè il comune) potrà esercitare il diritto di opzione in qualsiasi momento della durata del contratto e, in caso di acquisto, l’importo pari al 100% dei canoni di locazione pagati verrà conteggiato in diminuzione del prezzo. L’affitto pagato dal comune è dunque scomputato dal prezzo dell’acquisto dell’immobile.
Dopo il voto del Consiglio Comunale che succede? Si consente a qualche privato di acquisire le quote della società e con essa i beni di cui dispone, cioè il capannone?  Si permette a questo privato di riaffittare al comune?
I 600.000 euro che il Comune ha pagato fino ad oggi e che andrebbero a scomputo dell’acquisto finale saranno così definitivamente persi.

Da qualunque parte si guardi non è una bella storia ed è bene che la gente sappia come stanno le cose.   

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