Dalle pagine dei giornali, forse in attesa del
secondo turno, è scomparsa la notizia della vittoria del Front National alle amministrative
francesi. Vittoria non tanto di numeri (su scala nazionale il Fronte si attesta
al 28%, in ogni caso il primo partito) quanto di proposta politica.
Si, avete capito bene, parliamo di proposta politica.
A qualcuno verrà l’orticaria a leggere queste parole ma i fatti stanno proprio così. Attenzione, il fatto di dire che il Fronte è vincente
sul piano politico non significa per forza condividerne le idee. Il problema semmai
è un altro ed è quello che, a fronte dell’inanità della sinistra francese e
della destra di Sarkozy, le proposte della Le Pen appaiono più credibili a una
bella fetta di opinione pubblica. Come questo sia possibile nella patria
dell’illuminismo e di Voltaire è cosa da approfondire. Sicuramente hanno pesato
gli ultimi fatti di Parigi ma questo non basta a dare una spiegazione.
La verità è che sono ormai molti anni che il Front
National sta preparando il terreno “cercando di conquistare innanzitutto una
egemonia culturale”. Il voto al Fronte
non è solo protesta.
Come giustamente ha rilevato qualche attento
commentatore è adesione a una visione del mondo: difesa dell’identità
nazionale, rifiuto dell’universalismo, lotta «di civiltà», Europa non come mercato
ma come unione di popoli tenuti assieme da vincoli antichi. Un tuffo nel
passato? Forse.
Però, rispetto a questo, i competitori politici della
Le Pen ormai sfuggono da tempo la battaglia ideale, proprio quando invece ci
sarebbe da mettere in campo una visione del mondo diversa.
E se ciò avviene
in una nazione dalle lunghe tradizioni politiche immaginiamoci quello che può
avvenire in casa nostra. Se a destra e a sinistra non ci sarà un recupero di
valori, d’idee, di progetti prima o poi arriverà qualcuno in grado di dare una scossa tellurica
al sistema. Anzi è già arrivato. Chi crede che in Italia gli epigoni del Fronte
Nazionale francese siano la Lega e una fetta di Forza Italia sbaglia.
La corrispondenza più diretta la vediamo nei Cinque Stelle.
Un movimento che oscilla tra un sano populismo (parola non sempre negativa), un
marcato giustizialismo, un’incerta collocazione ideologica, in grado di rompere
gli schemi e di sfondare tra l’elettorato un tempo di sinistra e quello da
sempre orientato a destra.
E’ un’ offerta politica che, abbinata alla nuova legge
elettorale, può portare i pentastellati al governo del paese. La differenza tra
noi e la Francia in questo senso è netta. E’ difficile che il Fronte Nazionale possa
vincere la corsa alla presidenza della repubblica. Gli elettori francesi,
sinistra o destra poco importa si orienterebbero sull'altro candidato. Da noi invece
succede il contrario, pur di fare un “dispetto” al PD la destra e la sinistra
estrema sono pronti a sposare l’incognita di un governo a cinque stelle. Per
fare cosa si vedrà.
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