“La
cultura è il nostro futuro”, si apre con questo motto la manifestazione
organizzata Sabato 12 dicembre, presso Piazza dello Stillo, a Castiglion
Fiorentino.
E’
bello che si torni a parlare di cultura come condizione per la crescita di una
comunità. E’ giusto e necessario che si faccia dopo anni in cui questa parola
era stata relegata in un sottoscala e ogni cosa, anche la più banale, appariva figlia
(più o meno legittima) degli andamenti di borsa, del fixing dell’oro e dei titoli dei mercati emergenti.
Non
che non via sia un collegamento tra cultura ed economia, la lezione di Gramsci
in questo senso rimane attuale. Il capitalismo nel mondo ha vinto perché ha
imposto una visione del mondo, oltre che una gamma infinita di beni di consumo.
La
cultura però non può diventare una medaglietta da appuntarsi al petto, altrimenti
in questo nostro paese sarebbero tutti pluridecorati, anche l’ultimo paese
dello stivale ha il suo bel festival di vario genere. La cultura diventa fruttuosa
solo se aiuta ad aprire la testa, a favorire il pensare, a suscitare passioni.
in caso contrario non serve a un fico secco, diventa pura immagine, evanescente,
vaga, come i post di un social che durano lo spazio del battito di ali di una
farfalla.
Ecco
perché una manifestazione come quella del 12 dicembre ci piace, quantomeno
suscita una speranza. Tre giovani autori che si confrontano con il pubblico.
Generi diversi: romanzo, liriche, poesie e soprattutto la voglia, tanta voglia,
di tornare a parlare dopo anni plumbei, dove al silenzio di molti si
contrapponeva lo strepitio di pochi che, proprio perché rumorosi, sembravano
una folla.
La
cultura è anche immagine, riscoperta e riaffermazione dell’anima di una
comunità. Per questo è efficace l’idea che gli autori lascino una testimonianza
delle loro opere a disposizione di tutti, uno scaffale che col tempo si
riempirà di storie, libri, racconti che parlano dell’anima di Castiglion Fiorentino
ma non solo di quella. Attraverso le parole scritte si possono confrontare le generazioni,
gli uomini e le donne, coloro che stanno su sponde opposte religiose e
politiche. Si rompono in questo modo, più che con un martello, il conformismo e
lo sciocco conversare, futile e disadorno, che spesso diventano pubblica opinione.
Confidiamo che questa iniziativa possa essere l’inizio di una lunga serie,
solo così si riaprono mente e cuore al futuro.
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