mercoledì 2 dicembre 2015

AIUTARE LA GENTE IN DIFFICOLTA’


Invece di perdersi in dispute inutili, talune al limite dall'art. 527 del codice penale italiano “atti osceni in luogo pubblico”, visto l’utilizzo immondo che si fa del sentimento religioso da parte di qualche amministratore, meglio sarebbe cominciare a ragionare su cosa una comunità locale può fare per la propria gente.
Tre sono, a nostro avviso, le azioni più importanti: promuovere lo sviluppo e quindi creare lavoro, favorire ambiente e cultura, tutelare i più deboli con un welfare locale che per necessità (scarsezza di risorse pubbliche) ed equità (valutazione del bisogno e disponibilità economiche delle famiglie) non necessariamente deve essere universalistico.
Recentemente l’on. Vanna Iori (deputata del PD), ma le stesse cose le avremmo dette anche se fosse stata della Lega Nord, ha presentato un proposta di legge che va nella direzione di tutelare il caregiver. Termine anglofono che significa "colui che presta le cure".
Nel caso della proposta di legge si tratta di primary caregiver, cioè il figlio, il coniuge, il familiare o l’amico che si prende cura, presso la propria casa, volontariamente e senza alcun compenso, di una persona non autosufficiente. Un impegno spesso totalizzante, che talvolta porta a rinunce e a privazioni. In Italia, a differenza di quello che avviene in altri paesi, solo la legge 104/1992 (di cui alcuni abusano) prevede permessi retribuiti per chi assiste disabili e malati gravi, ma nessuna norma è rivolta a coloro che assistono a tempo pieno.
Eppure secondo l’ISTAT sono oltre nove milioni i caregiver familiari (dei quali circa il 90% donne che spesso si trovano a dover assistere contemporaneamente bambini e anziani). Questi numeri corrispondono a sette miliardi di ore di assistenza all'anno. Da qui si capisce quanto questa pratica di assistenza assuma importanza nel sistema del welfare.
Noi crediamo che le Istituzioni locali debbano, non solo sostenere a spada tratta questa proposta di legge, ma aprire una seria riflessione su quest’argomento .
Siamo francamente un po’ stanchi de leggere sempre e solo discussioni su dove sarà la sede dell’ASL, sulle macro aree sanitarie, sull'importanza o meno dei piccoli ospedali. Tutte polemicuzze che spesso sottendono tornaconti particolari o professionali ammantanti da interesse dei cittadini.   
Coloro che soffrono, che sono in difficoltà, che vanno a fare un visita  chiedono solo una cosa che il sistema funzioni, se poi la sede amministrativa dell’ASL  è a Siena o ad Arezzo non ha importanza.
Per questo le Amministrazioni Locali devono recuperare un ruolo, le poche risorse, invece di essere disperse, come talvolta avviene, per propagandare l’attività di questo o quell'Assessore, sarebbero meglio spenderle per la gente che svolge una funzione fondamentale di assistenza.  
La conferenza dei Sindaci si è mai peritata di fare un’indagine per capire quanti caregiver ci sono in Valdichiana? Hanno mai pensato di destinare forze ed energie a questo segmento fondamentale del Welfare locale?  Vanno benissimo le cene di beneficenza a sostegno dei poveri, anche se ci sembra un po’ contraddittorio rimpinzare il proprio stomaco per riempire quello altrui, ma questo non può zittire la nostra coscienza collettiva.



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