lunedì 30 novembre 2015

UNIONE DI BANCHE IN VALDICHIANA

Il sistema del credito locale attraversa un momento particolare, le vicende di Banca Etruria riempiono ormai da qualche tempo le pagine dei giornali e non potrebbe essere diversamente visto il peso che questo istituto ha avuto sul territorio aretino. Commentatori ben più autorevoli di noi hanno analizzato a fondo gli aspetti positivi e negativi di un’operazione inevitabile e forse tardiva. 



Un fatto è certo, il “salvataggio” non è stato e non sarà indolore. 

Un noto economista americano diceva “che nessun pasto è gratis”, l’andamento della vicenda lo sta dimostrando in maniera chiara. Soltanto un piccolo appunto: la gran parte degli opinionisti ci dice chi ci ha perso, quasi nessuno evidenzia chi ci ha guadagnato.
L’economia, lo sanno anche i bambini, è fatta di vasi comunicanti se uno ci scapita, qualcun altro trae un utile. E’ mai possibile che in una vicenda come quella della principale banca aretina ci abbiano rimesso tutti? Difficile crederlo.
Ma non è questo il tema. L’argomento su cui su cui vogliamo porre l’accento è l’intenzione di unire Banca Valdichiana e Banca di Credito Cooperativo di Montepulciano. Non conosciamo il piano industriale che sta alla base di questa proposta, per cui è difficile dare un giudizio compiuto, però quello che abbiamo capito, dalle parole spese nel corso dell’Assemblea dei soci di Banca Valdichiana, è che i cambiamenti intervenuti sul piano normativo ma soprattutto macroeconomico, rendevano  necessario un rafforzamento del sistema del credito locale.  
Una scelta corretta, a fronte di un modello sempre più internazionalizzato dei grandi gruppi, il rafforzamento di un polo bancario territoriale è un fatto positivo.
Il problema è per fare cosa. Prendiamo atto che nel corso  dell’assemblea è stato detto che è intenzione della Banca mantenere alta l’attenzione verso il territorio in termini di servizi, progetti, mutualità.
Le intenzioni appaiono buone, il credito, infatti, è una leva essenziale per la ripartenza economica delle imprese e se il legame col bacino di riferimento esce rafforzato da un’unione bancaria, è un’ottima notizia. E’ però un cambiamento col quale fare i conti.
A questo punto si tratta anche di capire che ruolo intendono svolgere le istituzioni. Ferma restando, com'è naturale, l’autonomia decisionale di socie e management delle due banche sarebbe interessante comprendere se, a fronte di uno sforzo del credito locale, esista da parte delle istituzioni un analogo impegno per lo sviluppo. Noi siamo fermamente convinti che un sistema territoriale sia forte e competitivo se ci sono istituzioni in grado di creare opportunità, imprese capaci di coglierle e un sistema del credito efficiente nel sostenerle. In questo senso la possibile unione tra due banche, in un territorio omogeneo come quello della Valdichiana, può diventare una grande opportunità.  



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