Concordiamo con il
comunicato dell’Assessore Tavanti del comune di Castiglion Fiorentino sul
problema della raccolta/smaltimento rifiuti e sui costi del servizio. L’Assessore
mette a nudo un’incongruenza macroscopica per cui, a fronte di un gestore unico
che, almeno in teoria, dovrebbe realizzare economie di scala, si assiste invece
ad un aumento delle tariffe per i cittadini.
Le convergenze però
si fermano qui e vi spieghiamo il perché.
Intanto l’Assessore
dovrebbe informare tutti noi perché le tariffe tendono a crescere invece di calare.
Non basta trincerarsi dietro la retorica dei “carrozzoni” pubblici, chi
amministra ha il dovere di esporre i fatti.
Ad esempio sui rifiuti
i fatti dicono che il calcolo per stabilire le tariffe è macchinoso, complicato
e andrebbe rivisto, che i costi spalmati su scala zonale e di area non
favoriscono le amministrazioni “virtuose”, che gli impianti di smaltimento sono
stati tenuti fuori dalla gara. Cose che devono essere dette, ma non per
sbattere i pugni sul tavolo, bensì per trovare quelle soluzioni che consentano di
contenere le tariffe e migliorare i servizi.
Tutto questo però facendo
presente ai cittadini che i servizi costano: per esempio la raccolta
differenziata costa di più in termini economici (al di là dei vantaggi
ambientali), della raccolta indifferenziata, che un termovalorizzatore vecchio
e obsoleto costa più di un impianto nuovo, che le inefficienze di un’area non
possono essere scaricare indistintamente su tutti i cittadini dell’ATO.
Però con
altrettanta chiarezza bisogna dire che quelle maledette tariffe qualcuno le ha
approvate, che i piani di zona qualcuno li ha sottoscritti. Insomma è
necessario sfatare il mito delle buone amministrazioni in lotta contro un mostro
cattivo e crudele che si chiama sistema dei servizi.
Le Amministrazioni
Comunali fanno parte del sistema al cento per cento e non ci si può sottrarre
ai propri doveri scaricando sempre le colpe su qualcun altro. L’accusa
ovviamente non è rivolta nello specifico all'assessore, il problema è più generale.
Una volta per tutte
domandiamoci perché, da Nuove Acque ai rifiuti, dove i Comuni hanno la
maggioranza nelle assemblee, le politiche industriali le stabiliscono i soci
privati i quali, notoriamente, non sono dei benefattori.
Il punto vero sta
qui ma per risolvere questi aspetti non basta comportarsi da bimbetti stizzosi che
pensano di risolvere i problemi strepitando. Occorre invece impegnarsi a fondo
per difendere, non solo a parole, i diritti dei cittadini.
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