La notizia è di un paio di giorni fa, in una scuola di Torino alcuni
ragazzi filmavano col telefonino le lezioni dei professori per poi trasferirle
su Whatsapp. La notizia in se dice poco, anzi quasi niente. In un mondo in cui quotidianamente
si esibiscono tette e culi su facebook , oppure si approfitta dei social per
lanciare insulti velenosi, quello che hanno fatto i ragazzi di Torino appare
francamente un peccato veniale.
Non escludiamo che utilizzando quei filmati qualcuno si sia divertito
a prendere per i fondelli gli insegnanti. E qui siamo a un aggiornamento, in
chiave tecnologica, di fatti sempre avvenuti. E’ uno dei rischi del mestiere
del prof quello di essere dileggiato dagli allievi a causa delle manie o dei piccoli
tic che accompagnano l’esistenza.
Talete di Mileto venne canzonato per tutta la vita perché, troppo assorto nella contemplazione, inciampava
di continuo e una volta cadde perfino in un pozzo. Kant a causa della sua
maniacale precisione veniva utilizzato dagli scolari come una sorta di orologio
vivente: si dice che quando passava rimettessero gli orologi.
Se a quei tempi ci fossero stati i video telefonini sarebbe stato un profluvio di filmati più o
meno seri. Il problema non è questo.
Il problema nasce quando difronte a una sanzione (sospensione) decisa
dal Preside c’è stata la rivolta dei genitori. Qui si entra in un altro campo
un po’ più complesso: cioè nel ribaltamento del principio di autorità senza il
quale nessuna società organizzata può funzionare. Tradotto in parole semplici l’eccesso
di partecipazione all'interno dell’istituzione scolastica, che per sua natura prevede
un docente e un discente, genera caos.
Si vede quando un tribunale amministrativo annulla i risultati di une esame,
quando i genitori, a prescindere, prendono le difese del figlio, quando il
Professore è vissuto come una controparte per cui ha sempre torto, anche quando
il ragazzo è un somaro, non apprende o peggio ancora si comporta come un
piccolo bullo di quartiere.
In questo campo internet e social hanno fatto un danno incalcolabile. In
molti schiacciando un bottone si sentono padroni del proprio destino e di
quello degli altri e ogni notizia, anche la più assurda diventa una verità
inconfutabile. Ognuno si sente investito di un’aurea di autorità che invece non
possiede.
Riteniamo che il Preside abbia fatto bene a infliggere una sanzione.
Se non si comincia fin da piccoli a capire che viviamo in un mondo fatto di pesi
e contrappesi poi da grandi si degenera e tutto, anche le cose serie, diventa
un gioco. In questo i genitori sbagliano, invece che alzare un muro protettivo
intorno ai pargoli dovrebbero semplicemente richiamarli al senso del dovere.
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