giovedì 5 novembre 2015

PROFESSORI E VIDEOTELEFONINI

La notizia è di un paio di giorni fa, in una scuola di Torino alcuni ragazzi filmavano col telefonino le lezioni dei professori per poi trasferirle su Whatsapp. La notizia in se dice poco, anzi quasi niente. In un mondo in cui quotidianamente si esibiscono tette e culi su facebook , oppure si approfitta dei social per lanciare insulti velenosi, quello che hanno fatto i ragazzi di Torino appare francamente un peccato veniale.

Non escludiamo che utilizzando quei filmati qualcuno si sia divertito a prendere per i fondelli gli insegnanti. E qui siamo a un aggiornamento, in chiave tecnologica, di fatti sempre avvenuti. E’ uno dei rischi del mestiere del prof quello di essere dileggiato dagli allievi a causa delle manie o dei piccoli tic che accompagnano l’esistenza.

Talete di Mileto venne canzonato per tutta la vita  perché, troppo assorto nella contemplazione, inciampava di continuo e una volta cadde perfino in un pozzo. Kant a causa della sua maniacale precisione veniva utilizzato dagli scolari come una sorta di orologio vivente: si dice che quando passava rimettessero gli orologi.  
Se a quei tempi ci fossero stati i video telefonini  sarebbe stato un profluvio di filmati più o meno seri. Il problema non è questo.
Il problema nasce quando difronte a una sanzione (sospensione) decisa dal Preside c’è stata la rivolta dei genitori. Qui si entra in un altro campo un po’ più complesso: cioè nel ribaltamento del principio di autorità senza il quale nessuna società organizzata può funzionare. Tradotto in parole semplici l’eccesso di partecipazione all'interno dell’istituzione scolastica, che per sua natura prevede un docente e un discente, genera caos.
Si vede quando un tribunale amministrativo annulla i risultati di une esame, quando i genitori, a prescindere, prendono le difese del figlio, quando il Professore è vissuto come una controparte per cui ha sempre torto, anche quando il ragazzo è un somaro, non apprende o peggio ancora si comporta come un piccolo bullo di quartiere. 
In questo campo internet e social hanno fatto un danno incalcolabile. In molti schiacciando un bottone si sentono padroni del proprio destino e di quello degli altri e ogni notizia, anche la più assurda diventa una verità inconfutabile. Ognuno si sente investito di un’aurea di autorità che invece non possiede.  

Riteniamo che il Preside abbia fatto bene a infliggere una sanzione. Se non si comincia fin da piccoli a capire che viviamo in un mondo fatto di pesi e contrappesi poi da grandi si degenera e tutto, anche le cose serie, diventa un gioco. In questo i genitori sbagliano, invece che alzare un muro protettivo intorno ai pargoli dovrebbero semplicemente richiamarli al senso del dovere. 

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