Dopo l’Expo di Milano le opere d’arte esposte al padiglione Eataly
prenderanno la strada di Roma in occasione del Giubileo. Così almeno ha
annunciato Vittorio Sgarbi durante una conferenza a Castiglion Fiorentino.
E’ la conferma di una strategia di marketing per cui sono le opere che si
spostano in occasione di grandi eventi e non i visitatori che si muovono verso
i luoghi in cui normalmente vengono custodite.
Un’operazione interessante, in termini militari si potrebbe paragonare al
famoso tocco di Nelson, che cambia però totalmente gli scenari, ridefinendo il tipo
di mercato che s’intende aggredire e il posizionamento del prodotto (in questo
caso le opere).
Siamo su di un piano diametralmente opposto a quello portato avanti fino
ad oggi dal Comune di Cortona per cui sono le grandi collezioni archeologiche
che vengono ospitate al MAEC, Louvre e British
Museum vanno a Cortona e non viceversa.
Il nostro, sia chiaro, non è un giudizio di merito, prendiamo soltanto
atto che, per quanto riguarda Castiglion Fiorentino, si è scelta questa strada.
Per altro una cosa simile venne tentata con la mostra “Tesori castiglionesi”
in Castel S. Angelo alcuni anni fa.
Non sappiamo se questa rinnovata strategia si frutto dell’elaborazione
dell’attuale Amministrazione Comunale oppure sia stata suggerita da uno sponsor
culturale prestigioso come Vittorio Sgarbi, certo è che un’iniziativa di questo
tipo ribalta i canoni della promozione territoriale. Se arrivano i frutti va
bene così. Come diceva qualcuno, non conta se il gatto sia bianco oppure nero purché,
acchiappi i topi.
La misura del successo è nella ricaduta benefica per il territorio. E’
fuor di dubbio che i risultati non si possono misurare nell'immediato. Se l’obiettivo,
come noi pensiamo, è quello di creare un nuovo pubblico, ci sarà da aspettare
un po’ di tempo.
Gli strumenti che si mettono in campo, per loro natura, non consentono di
avere un effetto istantaneo. Per esempio la collocazione delle opere lontana
dalla loro sede naturale implica uno sforzo in più sul piano della informazione
e della assistenza ai visitatori per consentire di collocare le opere all'interno di un quadro geografico definito.
Quando si dice che le opere d’arte della Valdichiana sono state ammirate
all'Expo da 500.000 visitatori si afferma una cosa vera dal punto di vista dei
numeri. Il problema è capire quante di quelle persone sanno per esempio dove si
trovino Castiglion Fiorentino oppure Lucignano e cosa la zona può offrire. L’esito positivo in questo
caso non è nei numeri, sarebbe stato strano che da un padiglione come quello di
Eataly non fossero passate qualche centinaio di migliaia di persone. Il successo
si dimensiona su quante di quelle persone decidono poi di visitare
effettivamente il territorio.
La presenza a grandi avvenimenti può diventare un veicolo pubblicitario
importante solo se questo determina in prospettiva un vantaggio per il sistema
economico locale, altrimenti si tratta di un bell'evento culturale ma la cosa
si ferma lì.
In quest’ultimo caso le nostre opere servirebbero solo a chi organizza eventi
a Milano, Roma o in qualunque altro posto. Se fosse così, forse, sarebbe
opportuno farsi pagare un affitto.
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