venerdì 13 novembre 2015

L’ANNUNCIO DI SGARBI

Dopo l’Expo di Milano le opere d’arte esposte al padiglione Eataly prenderanno la strada di Roma in occasione del Giubileo. Così almeno ha annunciato Vittorio Sgarbi durante una conferenza a Castiglion Fiorentino.
E’ la conferma di una strategia di marketing per cui sono le opere che si spostano in occasione di grandi eventi e non i visitatori che si muovono verso i luoghi in cui normalmente vengono custodite.

Un’operazione interessante, in termini militari si potrebbe paragonare al famoso tocco di Nelson, che cambia però totalmente gli scenari, ridefinendo il tipo di mercato che s’intende aggredire e il posizionamento del prodotto (in questo caso le opere).   
Siamo su di un piano diametralmente opposto a quello portato avanti fino ad oggi dal Comune di Cortona per cui sono le grandi collezioni archeologiche che vengono ospitate al  MAEC, Louvre e British Museum  vanno a Cortona e non viceversa.  

Il nostro, sia chiaro, non è un giudizio di merito, prendiamo soltanto atto che, per quanto riguarda Castiglion Fiorentino, si è scelta questa strada.  Per altro una cosa simile venne  tentata con la mostra “Tesori castiglionesi” in Castel S. Angelo alcuni anni fa.
Non sappiamo se questa rinnovata strategia si frutto dell’elaborazione dell’attuale Amministrazione Comunale oppure sia stata suggerita da uno sponsor culturale prestigioso come Vittorio Sgarbi, certo è che un’iniziativa di questo tipo ribalta i canoni della promozione territoriale. Se arrivano i frutti va bene così. Come diceva qualcuno, non conta se il gatto sia bianco oppure nero purché, acchiappi i topi.
La misura del successo è nella ricaduta benefica per il territorio. E’ fuor di dubbio che i risultati non si possono misurare nell'immediato. Se l’obiettivo, come noi pensiamo, è quello di creare un nuovo pubblico, ci sarà da aspettare un po’ di tempo.  
Gli strumenti che si mettono in campo, per loro natura, non consentono di avere un effetto istantaneo. Per esempio la collocazione delle opere lontana dalla loro sede naturale implica uno sforzo in più sul piano della informazione e della assistenza ai visitatori per consentire di collocare le opere all'interno di un quadro geografico definito. 
Quando si dice che le opere d’arte della Valdichiana sono state ammirate all'Expo da 500.000 visitatori si afferma una cosa vera dal punto di vista dei numeri. Il problema è capire quante di quelle persone sanno per esempio dove si trovino Castiglion Fiorentino oppure Lucignano e cosa  la zona può offrire. L’esito positivo in questo caso non è nei numeri, sarebbe stato strano che da un padiglione come quello di Eataly non fossero passate qualche centinaio di migliaia di persone. Il successo si dimensiona su quante di quelle persone decidono poi di visitare effettivamente il territorio.  
La presenza a grandi avvenimenti può diventare un veicolo pubblicitario importante solo se questo determina in prospettiva un vantaggio per il sistema economico locale, altrimenti si tratta di un bell'evento culturale ma la cosa si ferma lì.

In quest’ultimo caso le nostre opere servirebbero solo a chi organizza eventi a Milano, Roma o in qualunque altro posto. Se fosse così, forse, sarebbe opportuno farsi pagare un affitto. 

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