venerdì 13 novembre 2015

LA TROPPA TOLLERANZA DIVENTA INTOLLERANZA

La notizia è di quelle da far rizzare i capelli sulla testa. Il consiglio d’interclasse della scuola Matteotti di Firenze avrebbe annullato la visita degli alunni alla mostra intitolata «Bellezza divina», dedicata alla visione del sacro di artisti del calibro di Van Gogh, Chagall, Fontana, Picasso, Matisse e Munch. La motivazione sarebbe che la partecipazione dei ragazzi potrebbe collidere, detto in italiano “fare a pugni”, con la «sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra».

Ormai siamo alla pazzia. Se si dovesse seguire questa logica dovremmo vietare alle scuole di visitare tutti i musei italiani e gran parte di quelli europei visto che una bella fetta dell’arte medioevale, rinascimentale e moderna, almeno fino al milleottocento, riguarda temi sacri. 

Sono posizioni assurde, dettate da una sorta d’iconoclastia nichilista non solo nei confronti dell’arte ma anche riguardo alle radici del pensiero occidentale. Inutile ricordare a certe zucche vuote la famosa frase di Benedetto Croce “non possiamo non dirci cristiani”.
Questi atteggiamenti fanno il paio con le polemiche sulla presenza dei crocifissi in classe, oppure sulla inopportunità di realizzare nelle scuole presepi natalizi.
Noi siamo per il rispetto di qualunque credo religioso, non siamo, per intendersi, tra quelli che tirano su barricate se i musulmani decidono di costruire una moschea. Certo un po’ di reciprocità non farebbe scomodo, per esempio realizzare chiese in paesi come l’Arabia Saudita è vietato. Ma si sa come vanno queste cose, in nome dei petrodollari si rinuncia a molti principi.
Che il modo sia destinato a diventare sempre più globale è un fatto, che le religioni debbano convivere è inevitabile. Che però occorra rinunciare alla nostra storia per mantenere l’equilibrio è inaccettabile. Chi vive in Italia sa di abitare in una nazione con determinati costumi e principi. Negli Stati Uniti, massimo esempio di tolleranza e convivenza religiosa, nessuno si sognerebbe di vietare agli alunni di vistare una mostra d’arte perché sono rappresentati dei crocefissi.  

Noi invece preferiamo l’autocensura culturale, con il rischio di cucinare un minestrone immangiabile per tutti. 

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