martedì 10 novembre 2015

I DANNI DEI KAMIKAZE DA ROMA A SANSEPOLCRO

Questo non è un articolo per palati raffinati. Partiamo dalla secca dichiarazione di Alfredo D'Attorre uno dei fuoriusciti dal PD: “Siamo una forza antirenziana", cui fa da controcanto Fassina “se serve Sinistra Italiana stringerà un'alleanza con i 5stelle”. 
Questi annunci non ci stupiscono, semplicemente ci fanno l’effetto di un caffè amaro con limone, provate, e poi ci direte come vi sentite.

Avvertiamo un sano ribrezzo per quella patologia endemica della sinistra italiana, molto simile al morbo di Hansen (lebbra), per colpa della quale si è incapaci di convivere, con idee diverse, all'interno dello stesso partito.
E’ una malattia ad alto tasso di mortalità (politica) per cui si preferisce perdere lembi di cute e parti del corpo, favorire l’avversario di turno e in tal modo prendere delle sonore scoppole.

Eppure basterebbe mettere la testa fuori dai confini per cogliere qualche esempio positivo. Prendiamo il partito Laburista inglese, dove convivono da sempre anime molto distanti: si va dal New Labour di blairiana memoria a posizioni dichiaratamente di sinistra come quelle che hanno portato all'elezione a segretario di Jeremy Corbyn.
Da noi invece si gioca al massacro e si fa perfino il tifo per la squadra avversaria. Di questi esempi ne abbiamo fin dentro la soglia di casa.
Anche in provincia di Arezzo lo spirito da kamikaze ha prodotto dei bei danni. Il PD ha perso la guida di comuni importanti come: Bibbiena, Castiglion Fiorentino, lo stesso capoluogo e oggi con quest’andazzo rischia la pelle a Sansepolcro e forse a Montevarchi. Da parte di certuni si predilige la “bella morte” rispetto a una vittoria a metà.
Solo in un caso sarebbe giustificato un simile abbandono, quando il gioco della democrazia interna è compresso e annullato, non è invece giustificato incazzarsi perché ci si trova in minoranza, il gioco della democrazia si fonda sui numeri e la fuga da casa è una categoria che appartiene ad una visione adolescenziale della vita. Da chi fa politica ci aspettiamo maturità.
Sia chiaro, non ci scandalizziamo se un elettore sceglie sulla base delle preferenze del momento, o delle passioni che gli attraversano l’animo. La politica d’altra parte è un grande mercato dove vince chi offre prodotti migliori (o presunti tali).
Quello che ci fa l’effetto del famoso caffè col limone è che pezzi di gruppi dirigenti scelgano consapevolmente di sostenere liste diverse da quelle del partito dove fino a un minuto prima militavano. E’ la logica di quel povero disgraziato che si taglia l’uccello per far dispetto alla moglie. In questi casi sarebbe più onorevole un dignitoso silenzio.

Ma questo è un paese dove tutte le giravolte sono possibili, la coerenza non rappresenta un valore ma è considerata debolezza o peggio ancora sintomo di stupidità. Noi non la pensiamo così. 

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