Questo
non è un articolo per palati raffinati. Partiamo dalla secca dichiarazione di Alfredo D'Attorre uno dei fuoriusciti dal PD: “Siamo una forza
antirenziana", cui fa da controcanto Fassina “se serve Sinistra Italiana
stringerà un'alleanza con i 5stelle”.
Questi annunci non ci stupiscono, semplicemente
ci fanno l’effetto di un caffè amaro con limone, provate, e poi ci direte come
vi sentite.
Avvertiamo un sano ribrezzo per quella
patologia endemica della sinistra italiana, molto simile al morbo
di Hansen (lebbra), per colpa della quale si è incapaci
di convivere, con idee diverse, all'interno dello stesso partito.
E’ una malattia ad alto tasso di
mortalità (politica) per cui si preferisce perdere lembi di cute e parti del
corpo, favorire l’avversario di turno e in tal modo prendere delle sonore
scoppole.
Eppure basterebbe mettere la testa
fuori dai confini per cogliere qualche esempio positivo. Prendiamo il partito
Laburista inglese, dove convivono da sempre anime molto distanti: si va dal New
Labour di blairiana memoria a posizioni dichiaratamente di sinistra come quelle
che hanno portato all'elezione a segretario di Jeremy Corbyn.
Da noi invece si gioca al massacro e
si fa perfino il tifo per la squadra avversaria. Di questi esempi ne abbiamo fin
dentro la soglia di casa.
Anche in provincia di Arezzo lo spirito
da kamikaze ha prodotto dei bei danni. Il PD ha perso la guida di comuni
importanti come: Bibbiena, Castiglion Fiorentino, lo stesso capoluogo e oggi con
quest’andazzo rischia la pelle a Sansepolcro e forse a Montevarchi. Da parte di
certuni si predilige la “bella morte” rispetto a una vittoria a metà.
Solo in un caso sarebbe giustificato
un simile abbandono, quando il gioco della democrazia interna è compresso e
annullato, non è invece giustificato incazzarsi perché ci si trova in
minoranza, il gioco della democrazia si fonda sui numeri e la fuga da casa è
una categoria che appartiene ad una visione adolescenziale della vita. Da chi
fa politica ci aspettiamo maturità.
Sia chiaro, non ci scandalizziamo se
un elettore sceglie sulla base delle preferenze del momento, o delle passioni
che gli attraversano l’animo. La politica d’altra parte è un grande mercato dove
vince chi offre prodotti migliori (o presunti tali).
Quello che ci fa l’effetto del famoso
caffè col limone è che pezzi di gruppi dirigenti scelgano consapevolmente di
sostenere liste diverse da quelle del partito dove fino a un minuto prima militavano.
E’ la logica di quel povero disgraziato che si taglia l’uccello per far
dispetto alla moglie. In questi casi sarebbe più onorevole un dignitoso
silenzio.
Ma questo è un paese dove tutte le
giravolte sono possibili, la coerenza non rappresenta un valore ma è considerata
debolezza o peggio ancora sintomo di stupidità. Noi non la pensiamo così.
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