giovedì 19 novembre 2015

CONTRADDITTORIO TRA SGARBI E UN CASTIGLIONESE

Singolare polemica sugli organi di informazione tra Vittorio Sgarbi e un cittadino castiglionese.  
Tema del contendere la presentazione del catalogo sui “tesori d’Italia” in mostra a Expo  e i numerosi trasferimenti cui sono sottoposte le più belle opere castiglionesi, dopo Milano si va a Roma, lasciando così per lungo tempo sguarnita la Pinacoteca dei pezzi più significativi.

Lo scontro sembra essere quello tra  Davide e Golia, impari sul piano del “peso mediatico” dei contendenti,ma al di là della diatriba, che se non altro mostra il grande interesse di Sgarbi per il nostro paese, quello che ci solletica è l’insieme delle argomentazioni che aprono più di uno squarcio su fatti che altrimenti sarebbero passati sotto silenzio.

Primo, Sgarbi afferma “gli editori, dal comunista Giulio Einaudi ai tanti che pubblicano cataloghi d'arte, fanno cultura e promuovono la conoscenza, nonostante appartengano a un sistema industriale che prevede - apriti cielo ! - la vendita dei libri”. Parole sante, che dovrebbero essere tenute ben a mente da chi a Castiglion Fiorentino ha sollevato una controproducente polemica sui libri editi negli anni passati dalla Biblioteca Comunale.
Secondo,  la presenza a grandi eventi (Expo, Giubileo), con opere significative è, come abbiamo già scritto,  una scelta strategica di comunicazione i cui risultati si vedranno tra qualche anno. Sarà quello il momento di valutare se le centinaia di migliaia di visitatori che hanno visto le mostre troveranno, grazie ai nostri capolavori,  una  ragione in più per venire a Castiglion Fiorentino e in Valdichiana. Non siamo dunque pregiudizialmente ostili a che, per qualche tempo, si depauperi il patrimonio della Pinacoteca se questo può portare in futuro frutti ben maggiori.
Cosa diversa è se la partecipazione agli eventi diventa  l’occasione non per favorire il territorio ma per promuovere questo e quell'amministratore. E’ del tutto evidente che questo aspetto non riguarda i curatori delle mostre.
Terzo, proprio perché si tratta di una scelta di promozione del territorio, quindi una scelta politica, crediamo che sulla questione sarebbe stato opportuno un intervento dell’Amministrazione. Riteniamo poco elegante investire altri dell’onere di una replica su di una argomento che attiene al ruolo che si intende assegnare alla pinacoteca come punto di attrazione per i turisti. E’ una scelta per esempio non essersi opposti al trasferimento della croce dipinta dalla Pinacoteca alla Collegiata. Si intende forse superare l’idea di una esposizione centralizzata  in favore di un museo diffuso? E’ una opzione ma bisogna dirlo.
Quarto ci lascia piuttosto perplessi il “chiarimento” del presidente della Biblioteca, responsabile anche dei musei,  il quale testualmente afferma “mi rendo perfettamente conto che probabilmente qualche turista bene informato sulle nostre opere, possa essere rimasto deluso dall'assenza di alcune di esse, ma credo che sia stato ripagato dalle altre opere presenti in pinacoteca e da un museo archeologico in perfette condizioni e completo di tutti i suoi reperti”.
Secondo questa logica sarebbe bene  che a Castiglion Fiorentino arrivassero turisti sprovveduti, senza idea di quello che i musei castiglionesi conservano. L’ignoranza eviterebbe loro una cocente delusione.
Noi la pensiamo diversamente, vorremmo che i visitatori che vengono a Castiglioni sapessero perfettamente cosa andare a cercare perché questo significherebbe che opere come il busto di S. Orsola, S. Francesco di Bartolomeo della Gatta, la Croce Santa, la grande croce dipinta sono capolavori conosciuti e non semplici riempitivi per una giornata noiosa.
Secondo la strana filosofia  del presidente chi va al Louvre per vedere la Gioconda e non la trova può sempre consolarsi con la venere di Milo. Uno strano concetto quantitativo dell’arte e della cultura che non ci trova d’accordo.  



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