venerdì 6 novembre 2015

BENI CULTURALI IN VALDICHIANA CI VUOLE UN MANAGER

L'assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il decreto recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico, che ora diventa legge”. Questa è la notizia, una buona notizia.
Con questo provvedimento infatti  si estende l'ambito di applicazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ai servizi di apertura al pubblico di musei, monumenti, istituti e luoghi rilevanti nel patrimonio culturale, storico e artistico nazionale. Ma soprattutto s’introduce il concetto di essenzialità in un ambito che fino ad oggi ne era escluso.

Nei fatti si stabilisce che il patrimonio storico e artistico è, a tutti gli effetti,  una risorsa strategica. Da troppo tempo si sente dire che musei, scavi archeologici, opere d’arte sono il “petrolio” del nostro paese. Parole sante, alle quali però non sono mai seguite azioni coerenti.
Anche un bambino capisce che se il petrolio rimane sotto terra non serve a un fico secco.
Lo stesso vale per i beni culturali, finché la loro efficienza non verrà equiparata al buon funzionamento di un acquedotto, di una centrale elettrica, di un porto, non potranno mai diventare una vera risorsa. Bisogna liberali dalla patina di vecchiume che li ricopre che è fatta di localismi e burocrazia. E’ necessario che anche i beni culturali si contaminino con l’economia e inizino a produrre profitto. 
Facciamo un esempio. In Valdichiana ci sono diversi poli museali: Cortona, Castiglion Fiorentino, Lucignano, Monte San Savino, scavi archeologici, modelli unici di architettura militare, centri storici. Nonostante i tanti proclami ognuno continua a viaggiare per conto suo. Oddio, non sempre, vanno bene gli accordi per un biglietto unico per i musei, ottima la presenza all'expo, (valuteremo nei prossimi mesi quanto sia servita), benissimo le politiche di marchio. Quella che però manca è l’unificazione dei servizi in questo settore e soprattutto una visione imprenditoriale. Avete capito bene unificazione dei servizi e scelte imprenditoriali e non solo intese bilaterali tra le varie amministrazioni. Ognuno dovrebbe cedere un pezzo di sovranità.
All'estero riescono a vendere al turista raccolte e opere che da noi finirebbero in uno scantinato, però la presentazione è perfetta, la promozione costante, l’orgoglio per il proprio passato palpabile. Da noi questo, tranne qualche raro caso non avviene. Ognuno è ripiegato su se stesso.
Una proposta: è possibile pensare a una sorta di “stati generali dei beni culturali” in Valdichiana in cui, oltre che i soliti protocolli d’intesa, sia possibile tirar fuori proposte concrete?
Concrete significa indicare tempi precisi, modi di finanziamento, servizi di promozione e valorizzazione unificati e soprattutto un manager vero in grado di gestire tutta questa roba.
Senza un risveglio dei territori le leggi, come quella approvata al Senato, servono a poco.



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