venerdì 30 ottobre 2015

MUTTLEY IN BIBLIOTECA

Stavolta parliamo della terza partecipata del Comune di Castiglion Fiorentino: l’Istituzione Culturale e Educativa Castiglionese che gestisce, o meglio dovrebbe gestire, la rete dei musei, la biblioteca e l’archivio storico. 
C’è chi, poeticamente, l’ha definita “lo scrigno della memoria di Castiglion Fiorentino”, bella frase, che però mal si concilia con le polemiche che si sono addensate, come nubi minacciose, sopra il tetto dell’ex palazzo Pretorio.

E’ di qualche mese orsono la dichiarazione del Sindaco in cui denunciava che una parte dei libri della collana “Quaderni della Biblioteca” fosse stipata nei magazzini, con uno spreco enorme in termini economici.
Qualcuno, ben più capace di noi, ha fatto presente che non si può confondere il prezzo di copertina con i costi di edizione ma soprattutto che i libri non sono caciocavalli, per cui c’è una scadenza dopo la quale non sono più buoni. 

Su questa faccenda il Consiglio di Amministrazione della Biblioteca ha taciuto, decisione saggia, la polemica, infatti, era tutta politica, i libri erano solo un pretesto.
L’obiettivo, così com'è per le diatribe su Castiglioni Innova e Ente Serristori, era quello di sputtanare i precedenti amministratori, punto e basta.
Ma non è questo l’argomento che ci interessa, quello che vogliamo evidenziare è il ruolo attuale dell’Istituzione. Facciamo parlare i fatti.
L’Istituzione Culturale ed Educativa Castiglionese, in virtù di una delibera dell’allora Commissario Prefettizio (Delibera 27 del 5/3/2012), venne privata delle sue funzioni. Tutti i servizi furono reinternalizzati, brutto termine per dire che non ha più un ruolo. Esiste formalmente, nei fatti è un guscio vuoto: margini di autonomia zero, margini di programmazione zero, gestione di sponsorizzazioni zero. 
Stante questa situazione non si capisce bene su quali basi la biblioteca abbia continuato a funzionare con un proprio Consiglio di Amministrazione. Un miracolo di equilibrismo che non può che farci piacere giacché all'autonomia della Biblioteca e al suo patrimonio ci teniamo parecchio.
Un po’ meno sembrano averci tenuto le amministrazioni succedutesi dopo il commissariamento, nessuna di loro ha sentito l’esigenza di ridefinire i compiti dell’Istituzione.
Ora però si è fatto peggio. Con delibera n. 149 del 3 settembre 2015 l’attuale Giunta Comunale non solo ha confermato la reinternalizzazione dei servizi ma ha disposto perfino il trasferimento del personale destinandolo all'ufficio di segreteria. Contestualmente sono stati comandati in biblioteca dipendenti che fino ad oggi si occupavano di sport.
Perché questi strani avvicendamenti? Dal punto di vista dell’efficienza era davvero opportuno mandar via persone con esperienza ventennale e mettere al loro posto altri, sicuramente capaci, ma che di quei servizi non conoscono nulla?
La biblioteca non è solo la distribuzione dei libri, c’è la catalogazione, il coordinamento delle iniziative culturali, l’organizzazione dei servizi museali.
Qualche maligno sostiene che il tentativo, nemmeno troppo velato, è quello fare uno spezzatino dei vari servizi culturali. Il teatro per conto suo, i musei da un’altra parte e l’Istituzione che diventa solo il bancone del prestito libraio. Così ogni assessore avrà il suo orticello da coltivare.
Altri invece ritengono che ci si prepari ad apparecchiare la tavola per un nuovo direttore dell’Istituzione, il precedente da qualche anno è in pensione. A quel punto, come per miracolo, i servizi culturali torneranno al loro posto.
Cosa ne pensa di tutto questo il presidente della Biblioteca?
Il suo silenzio, su un riassetto che penalizza l’organizzazione e i compiti dell’Ente, è imbarazzante. Siccome qualche volta ci piace essere brutali ci domandiamo cosa ci stia a fare. Non ha più funzioni, non ha più un ruolo, gli sfilano da sotto le dita servizi e personale e lui non batte ciglio.
Ci ricorda, il paragone non sembri irriverente, quel personaggio dei cartoni animati di nome Muttley. Un simpatico cagnone che al suo padrone riusciva solo a dire "medaglia, medaglia".
Non basta affermare “Io sono il Presidente” per guidare un’Istituzione che, fino a qualche anno fa, era il vanto di Castiglioni e oggi è ridotta a un sarcofago vuoto. Uno scatto di orgoglio sarebbe auspicabile, ma da Muttley sarà difficile aspettarselo.



1 commento:

  1. E'tutto molto vero...., purtroppo, è avvilente veder delapidare un patrimonio costato anni di impegno e di dedizione che giustamente era un vanto, non solo per chi ha avuto l'idea di costituirlo, ma per l'intero paese, da persone che per ignoranza, o forse per mania di protagonismo, si comportano come dei talebani sciocchi!!

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