Come promesso, continuiamo la nostra inchiesta sulle partecipate del
Comune di Castiglion Fiorentino, qualcuno ci ha fatto notare che al nostro
elenco manca l’Istituzione Culturale e Educativa Castiglionese (Biblioteca e
musei). Parleremo anche di quella, ma oggi ci interessa esaminare il bilancio dell’Ente
Serristori di cui si è fatto un gran parlare, evocando addirittura “furberie”
dal punto di vista contabile.
Forse siamo dei poveri ingenui ma rimaniamo convinti che il dovere di
chi informa sia quello di approfondire oltre che dare le notizie. Ma
approfondire costa fatica e soprattutto non conviene rompere più di tanto le
scatole a chi è alla guida del vapore. Noi, che di queste cose ce ne freghiamo, andiamo avanti per la nostra strada.
La notizia, sparata come un fuoco d’artificio, è che i conti del
Serristori presentano una perdita per il 2014 di 405.000 euro. Una persona normale
si domanda come sia possibile passare da un bilancio che nel 2013 presentava un
attivo di 27.000 euro, a uno che nel 2014 mostra un deficit di 405.000.
Un bel dilemma che si può risolvere solo esaminando le voci del bilancio
a cominciare dalle perdite.
Una bella fetta, 115.000 euro in meno, deriva dalla rinuncia del 50%
sul credito vantato nei confronti del comune di Castiglion Fiorentino.
37.000 euro in meno scaturiscono dall'eliminazione del credito vantato
nei confronti di un ospite della casa di riposo.
36.000 euro in meno dal pagamento d’imposte arretrate.
90.000 euro in meno per un credito vantato nei confronti del comune di
Castiglion Fiorentino iscritto erroneamente a bilancio ma già pagato.
14.000 euro in meno dal risconto sull'affitto del Liceo
13.000 euro in meno da rettifiche di saldi iniziali.
Ci sono poi 30.000 euro di proventi straordinari che vanno considerati
entrate con il segno più.
Facendo le somme viene fuori che le perdite di gestione (quello che attengono
davvero al 2014) assommano a 128.000 euro. Sempre parecchi, ma certo molto meno
di 405.000.
La spiegazione non è nei numeri ma nelle decisioni che stanno a monte dei
numeri. Il bilancio del Serristori, come tutti i bilanci del mondo, è prodotto
di scelte, alcune obbligate altre meno.
E’ stata una scelta politica accettare la transazione al 50% col
Comune di Castiglioni, registrando così una perdita secca di 115.000. Era un
obbligo? No, nessun obbligo. Si poteva fare, ma solo se questo avesse arrecato
un vantaggio all'Ente. Dov'è il vantaggio? Come ha dimostrato la relazione
dell’OSL il Comune sarebbe stato in grado in tempi brevi di poter ripagare il
100% di quanto dovuto all'Ente.
Perciò si è scelto deliberatamente di perdere per strada 115.000 euro.
La stessa cosa vale per i 37.000 euro che un anziano ospite doveva
alla casa di riposo. Quando è deceduto perché si è deciso di rinunciare alla
rivalsa su eventuali eredi? Chi ne ha tratto vantaggio? Di sicuro non il
Serristori. Anche questa è una scelta politica.
Riguardo poi alle imposte arretrate, pari a 36.000 euro, si scopre che
derivano da un riaccertamento dei valori imponibili dei fabbricati ubicati nel
comune di Arezzo e riguarda gli anni dal 2008 al 2013. Iscritte nel bilancio
2014 perché in quell'anno è arrivato l’accertamento da parte del comune. Spese
straordinarie che poco anno a che vedere con l’anno 2014.
Lo stesso dicasi per il rateo dell’affitto che riguarda un dodicesimo
dell’affitto pagato dalla provincia per il Liceo. Si tratta della rata relativa al mese di
gennaio che poteva essere portata a decremento del fondo di dotazione iniziale.
Batava una delibera di rettifica che però si è deciso di non fare, registrando
invece i 14.000 euro come perdita. Anche
questa è una scelta politica.
I 90.000 euro relativi a un
credito già pagato sono frutto di un’errata impostazione del bilancio 2013 che,
anche in questo caso, poteva essere
recuperata rettificando il fondo di dotazione iniziale. Sarebbe stato
sufficiente un abbassamento del capitale iniziale per non incidere sul bilancio
2014. Si è invece preferito evidenziare
la perdita.
Depurato da tutti questi dati il bilancio 2014 registra una perdita di
gestione di 128.000 euro. Da dove
derivano?
In gran parte si tratta di una diminuzione dei ricavi delle
prestazioni (sono calati gli ospiti paganti della Casa di Riposo), cui si
aggiunge un aumento dei costi del personale.
Questi sono i dati nudi e crudi.
Qual è allora il motivo per cui si è voluto sparare titoloni a quattro
colonne su una perdita di 405.000 euro? Certo come dice qualcuno “nasce il sospetto
che si sia voluto mascherare le perdite di esercizio 2014, e soprattutto
usare un deficit così clamoroso come una
clava da picchiare in testa a chi in precedenza aveva amministrato l’Ente”.
L’attuale presidente, dovrebbe a questo punto spiegare all'opinione pubblica perché ha deciso di rinunciare a 115.000 euro, ad altri 37.000 e
perché ha preferito non fare la delibera di correzione del fondo di dotazione,
aumentando così le perdite.
In ultimo chiediamo al Presidente come sia possibile che nella
delibera di approvazione del bilancio 2014 (delibera n. 21 del 22 maggio 2015) abbia
dichiarato che “ dato
atto che la perdita di esercizio 2014 andrà a decremento del patrimonio netto
dell’Azienda la cui consistenza, comunque, continuerà a permanere superiore a
quella determinata alla data del 1 gennaio 2013 momento in cui tale valore fu originariamente determinato”. Qualcosa non torna con i dati di bilancio.
Infatti al primo gennaio 2013 il patrimonio netto dell’azienda era di 8.467.000
e al momento di approvazione della delibera era di 8.081.000. Quindi il decremento c’è stato. Sarà il caso che corregga la delibera o riveda i dati di bilancio.
In ultimo
sarebbe interessante che il Presidente rendesse pubblica la lettera di
dimissioni del Vice Presidente Federico Zucchini. Nella stampa sono apparse accuse
precise all'attuale gestione dell’Ente, ma come sempre i riassunti non rendono giustizia all'originale. Visto che il Presidente ha sempre invocato
la trasparenza sarebbe opportuno che renda edotti tutti noi su quello che è
accaduto.
La verità, alla
fine di questa lunga digressione, è che il bilancio 2014 presenta uno sbilancio
di gestione di 128.000 euro, che i 405.000 euro sono frutto di scelte politiche
(non spetta a noi dire se giuste o meno) e che ancora una volta si è voluta far
apparire la realtà peggiore di quella che è.
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