Il governatore
campano Vincenzo De Luca ha attaccato recentemente RAI 3 accusandola di “camorrismo
giornalistico”, ha poi spiegato che “il camorrismo è un atteggiamento mentale,
una propensione a esercitare forme di violenza non meno pericoloso della camorra
sulla persona, ci sono campagne che distruggono le famiglie, le persone, questo
per me è camorrismo giornalistico”.
Al di là dei
toni, questa dichiarazione segnala a nostro avviso un problema serio: in Italia
non esiste solo la casta dei politici, ma ci sono anche tante, troppe caste che
vivono una sorta di immunità permanente.
De Luca è
stato chiaro “ l'idea che ci sia un'area che non può essere sottoposta a
critica non va bene, solo perché uno scrive su un giornale non può essere
criticato non va bene”.
Abbiamo ancora
davanti agli occhi, nella realtà aretina, le immagini di una trasmissione
televisiva
sul servizio idrico dove, l’allora presidente di Nuove Acque, grazie
ad una sapiente opera di taglia e cuci delle immagini, fu ridotto al ruolo di macchietta.
Questo non è corretto.
Così come non
va bene che un servizio dedicato alle traversie giudiziarie di un’azienda
chimica del territorio prendesse il via con una ripresa in chiaroscuro del
cimitero del paese. Quasi a indicare che i morti seppelliti lì dentro fossero
da addebitare all'inquinamento e alla scarsa tutela dell’ambiente.
Così come non
è giusto che si sputtanino le persone con dei titoli cubitali e poi, quando i
fatti dimostrano che quei poveretti non c’entrano niente, ci si limita a un
trafiletto sulle pagine interne.
Sono esempi di
un giornalismo che preferisce la spettacolarizzazione e la messa alla gogna rispetto all'approfondimento delle cose.
Un giornalismo
“facile” che si adegua al pensiero di chi urla di più oppure, di converso, si
mette supino davanti a chi in quel momento comanda.
Il coraggio è
merce rara e si preferiscono evitare tutti gli argomenti che potrebbero far emergere
più di un verminaio.
Aveva ragione
Leo Longanesi il quale affermava che “al centro del Tricolore bisognerebbe
scrivere due parole: Tengo famiglia”.
Tutti, in
questo benedetto bel paese, “tengono famiglia” e nessuno ha voglia di rompersi
le scatole.
Non è un bel
modo di fare informazione. L’informazione, quando non è dichiaratamente di parte,
dovrebbe essere oggettiva, scevra da passioni, libera da pregiudizi. Il che non
significa che debba essere asettica come una garza sterile, semplicemente deve
essere corretta.
De Luca ha
sicuramente ecceduto ed ha fatto bene il Vice Segretario del PD Guerini a dire
di non condividere le parole del Governatore, aggiungendo “l’eventuale
dialettica che può nascere tra informazione e politica non deve trasformarsi in
affermazioni che oltrepassano il confronto, anche aspro, per scadere nell'offesa”.
Salomonica
dichiarazione, la sottoscriverebbero tutte le persone ben educate, noi
compresi.
Il problema
però rimane aperto.
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