lunedì 5 ottobre 2015

CHI DI VAFFA FERISCE, DI VAFFA PERISCE

Al netto delle cose che sono state dette da ben altri autorevoli commentatori, è fuor di dubbio che l’episodio, che ha visto coinvolto il Senatore Barani (gesto estremamente volgare a una collega) rappresenta il segnale di una pericolosa deriva.
Però non facciamo troppo i moralisti e non meravigliamoci più di tanto. I luoghi della politica, il Parlamento in primis (ma in piccolo anche qualche consiglio comunale) sono lo specchio del paese, basta girare per strada per accorgersi del degrado civile e umano che ci circonda.

Quello che però ci fa ancora più rabbia è che i maggiori quotidiani nazionali abbiano dedicato al poco edificante episodio i titoli di apertura, amplificando a dismisura l’accaduto: la cosa non meritava tutto questo spazio e ancor meno sono giustificate le geremiadi delle vittime.

Chi oggi si lamenta, ci riferiamo in particolare ai pentastellati, sono gli ultimi a doversi lagnare. Se si scorre i loro blogs e le cronache parlamentari, non si può dire che le cose che talvolta dicono siano roba da educande. E non possiamo dimenticare che la fortuna del movimento (sulle cui ragioni non abbiamo nulla da eccepire) nasca in giornate dedicate a glorificare il “vaffanculo”, che non è propriamente un concetto filosofico. Se poi si va scavare un po’ più a fondo possiamo trovare altri vividi esempi di come le vittime di oggi siano state i carnefici di ieri: basta ricordare l’episodio di quel deputato grillino che accusò alcuni rappresentanti del Pd di trovarsi in Parlamento grazie a non precisati “favori sessuali”. In questo caso a suo onore va detto che non fece differenze tra uomini e donne. Tutto questo non per giustificare un tipo estroso (a dir poco) come Barani ma per riaffermare che il livello di guardia è stato superato un sacco di volte e che occorrerebbe dare una sterzata. Chi deve farlo? Difficile dirlo, un tempo erano i partiti a selezionare la classe dirigente. Oggi invece vince chi la spara più grossa, per cui è normale che tutto si trasformi in avanspettacolo e le battute si sprechino, anche le più volgari, che, come insegna la storia, sono le più applaudite.

Nondimeno attenzione: chi di “vaffa” ferisce, di “vaffa” perisce.  

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