Al netto delle cose che sono state dette da ben altri autorevoli commentatori,
è fuor di dubbio che l’episodio, che ha visto coinvolto il Senatore Barani (gesto estremamente volgare a una collega) rappresenta il segnale di una pericolosa deriva.
Però non facciamo troppo i moralisti e non meravigliamoci più di
tanto. I luoghi della politica, il Parlamento in primis (ma in piccolo anche
qualche consiglio comunale) sono lo specchio del paese, basta girare per strada
per accorgersi del degrado civile e umano che ci circonda.
Quello che però ci fa ancora più rabbia è che i maggiori quotidiani nazionali
abbiano dedicato al poco edificante episodio i titoli di apertura, amplificando
a dismisura l’accaduto: la cosa non meritava tutto questo spazio e ancor meno
sono giustificate le geremiadi delle vittime.
Chi oggi si lamenta, ci riferiamo in particolare ai pentastellati, sono
gli ultimi a doversi lagnare. Se si scorre i loro blogs e le cronache parlamentari,
non si può dire che le cose che talvolta dicono siano roba da educande. E non possiamo
dimenticare che la fortuna del movimento (sulle cui ragioni non abbiamo nulla
da eccepire) nasca in giornate dedicate a glorificare il “vaffanculo”, che non
è propriamente un concetto filosofico. Se poi si va scavare un po’ più a fondo
possiamo trovare altri vividi esempi di come le vittime di oggi siano state i
carnefici di ieri: basta ricordare l’episodio di quel deputato grillino che
accusò alcuni rappresentanti del Pd di trovarsi in Parlamento grazie a non precisati
“favori sessuali”. In questo caso a suo onore va detto che non fece differenze
tra uomini e donne. Tutto questo non per giustificare un tipo estroso (a dir
poco) come Barani ma per riaffermare che il livello di guardia è stato superato
un sacco di volte e che occorrerebbe dare una sterzata. Chi deve farlo?
Difficile dirlo, un tempo erano i partiti a selezionare la classe dirigente. Oggi
invece vince chi la spara più grossa, per cui è normale che tutto si trasformi
in avanspettacolo e le battute si sprechino, anche le più volgari, che, come insegna
la storia, sono le più applaudite.
Nondimeno attenzione: chi di “vaffa” ferisce, di “vaffa” perisce.
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