I giornali riportano che il nostro Governatore Rossi intende
candidarsi alla carica di Segretario nazionale del PD. E’ un’aspirazione
legittima e per certi versi interessante, giacché il vaglio politico e culturale
di Rossi si differenzia, e non poco, da quello di Renzi. Oddio: nei giorni
della sua investitura a Presidente della Toscana molte cose si erano attenuate,
ma oggi Rossi sembra aver ripreso la vivacità di un tempo.
Peccato che la data per un eventuale match tra i due sia fissata al 2017.
In due anni lo sappiamo bene, cambia il mondo, e non è da escludere che per
allora Il governatore sia diventato un liberal e il Presidente del consiglio,
un marxista ortodosso. Ma ciò che ci
lascia perplessi è che Rossi sia stato rieletto da poco a presidente della
Regione. Ha chiesto il voto dei Toscani non per fare il segretario del PD ma il
presidente della Regione. Non ci piace che si chieda fiducia per una cosa e già
si pensi a farne un’altra. Diverso è invece stare dentro un dibattito politico
di cui il PD ha bisogno come l’aria. Il PD non corre il rischio di morire per
troppa politica semmai perché ormai nel suo DNA ce n’è troppo poca. Un partito
che non fa politica perde la sua ragione; diventa, nella migliore delle ipotesi,
un comitato elettorale o alla peggio un comitato d’affari, ma non è più un
partito. Per questo motivo non ha mai convinto l’idea del pensiero unico: tutti
dietro al capo, bandiera in testa e pifferi d’accompagnamento. Non ci convinceva
per Renzi e non ci convince oggi per Rossi.
Già si vedono le truppe pronte a schierarsi. Avremmo preferito che,
invece degli uomini, si muovessero i cervelli. Per esempio, quali ricette per
l’economia? Quali idee per il Welfare? Quali proposte per il riassetto dei
comuni e delle Regioni?
Nel calcio il tifo è necessario, anzi: senza il tifo il pallone non esiterebbe.
In Politica il tifo è deleterio perché obnubila i cervelli e qualche volta fa
dire molte cazzate.
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