sabato 19 settembre 2015

LA CENTRALE NON È PIÙ CENTRALE: PROVIAMO A RIPARTIRE DA ABOCA E MACCAFERRI

Archiviata la vicenda della Centrale a Biomasse, non crediamo che la sentenza del Consiglio di Stato possa ribaltare la decisione del TAR. Siamo di nuovo al punto di partenza sulla questione della riconversione dell’area ex Sadam. Tra qualche tempo, quando saranno sopite molte passioni e soddisfatti tanti piccoli interessi, sarà forse possibile ragionare su cosa ha significato un mancato investimento di 100 milioni di euro sul nostro territorio, ma oggi l’urgenza è un’altra: che fare?




Anche l’ultimo incontro tra la Giunta Comunale, i capigruppo e i vertici del Gruppo Maccaferri non ha portato significative novità. Le dichiarazioni in questo senso del Sindaco Agnelli sono chiarissime: la SECI (cioè l’immobiliare di Maccaferri) è disponibile a valutare progetti oppure a vendere l’area industriale dove aveva sede lo stabilimento. Niente di nuovo sotto il sole. Il problema è quale destino si prefigura per quell’area.
Un’area per la quale, gli attuali inquilini di palazzo San Michele prevedevano, nel loro programma elettorale l’ipotesi di un mercato ortofrutticolo.
E’ quella l’idea sulla quale conviene lavorare? Se è così l’Amministrazione Comunale ha il dovere, visto l’impegno preso con gli elettori, di avanzare questa proposta.
Se questa cosa non è praticabile allora non conviene perdere tempo e occorre pensare ad altro. L’unica certezza è che non si può lasciare nel più completo abbandono un’area di 120 ettari a ridosso del paese.
In questo senso ci permettiamo di avanzare una proposta: attualmente ci sono due gruppi importanti che mostrano, ognuno a modo loro, interesse per Castiglion Fiorentino: Aboca con il suo progetto per lo stradone di Montecchio e la coltivazione di erbe officinali e il gruppo Maccaferri per ovvi moti vi di valorizzazione della sua proprietà.
Realtà economiche importanti con esperienza imprenditoriale e capacità progettuale. E’ auspicabile, anzi necessario, che Comune e Regione si facciano parte attiva per mettere intorno ad un tavolo questi imprenditori per costruire un progetto per l’area industriale, restituire un pezzo di futuro a Castiglioni e dare una risposta occupazionale.

Sarebbe un tentativo apprezzabile, perché si possa alla fine trovare una soluzione che tenga conto da un lato della vocazione agricola e dall’altro della tradizione industriale del territorio castiglionese. E’ possibile mettere insieme queste cose? Forse sì, ma quantomeno, chi governa, ha il dovere di provarci e non sfuggire alle proprie responsabilità lasciando ad altri l’onere della proposta.

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