Archiviata
la vicenda della Centrale a Biomasse, non crediamo che la sentenza del
Consiglio di Stato possa ribaltare la decisione del TAR. Siamo di nuovo al
punto di partenza sulla questione della riconversione dell’area ex Sadam. Tra
qualche tempo, quando saranno sopite molte passioni e soddisfatti tanti piccoli
interessi, sarà forse possibile ragionare su cosa ha significato un mancato
investimento di 100 milioni di euro sul nostro territorio, ma oggi l’urgenza è
un’altra: che fare?
Anche l’ultimo incontro tra la Giunta
Comunale, i capigruppo e i vertici del Gruppo Maccaferri non ha portato
significative novità. Le dichiarazioni in questo senso del Sindaco Agnelli sono
chiarissime: la SECI (cioè l’immobiliare di Maccaferri) è disponibile a
valutare progetti oppure a vendere l’area industriale dove aveva sede lo
stabilimento. Niente di nuovo sotto il sole. Il problema è quale destino si
prefigura per quell’area.
Un’area per la quale, gli attuali inquilini di
palazzo San Michele prevedevano, nel loro programma elettorale l’ipotesi di un mercato
ortofrutticolo.
E’
quella l’idea sulla quale conviene lavorare? Se è così l’Amministrazione Comunale
ha il dovere, visto l’impegno preso con gli elettori, di avanzare questa
proposta.
Se
questa cosa non è praticabile allora non conviene perdere tempo e occorre
pensare ad altro. L’unica certezza è che non si può lasciare nel più completo
abbandono un’area di 120 ettari a ridosso del paese.
In
questo senso ci permettiamo di avanzare una proposta: attualmente ci sono due
gruppi importanti che mostrano, ognuno a modo loro, interesse per Castiglion
Fiorentino: Aboca con il suo progetto per lo stradone di Montecchio e la coltivazione
di erbe officinali e il gruppo Maccaferri per ovvi moti vi di valorizzazione
della sua proprietà.
Realtà
economiche importanti con esperienza imprenditoriale e capacità progettuale. E’
auspicabile, anzi necessario, che Comune e Regione si facciano parte attiva per
mettere intorno ad un tavolo questi imprenditori per costruire un progetto per
l’area industriale, restituire un pezzo di futuro a Castiglioni e dare una
risposta occupazionale.
Sarebbe
un tentativo apprezzabile, perché si possa alla fine trovare una soluzione che
tenga conto da un lato della vocazione agricola e dall’altro della tradizione
industriale del territorio castiglionese. E’ possibile mettere insieme queste
cose? Forse sì, ma quantomeno, chi governa, ha il dovere di provarci e non
sfuggire alle proprie responsabilità lasciando ad altri l’onere della proposta.
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