mercoledì 23 settembre 2015

EXPO E MORTI NEI CAMPI

Strano paese l’Italia, da una parte il grandioso evento dell’expo: tecnologie, innovazione, cultura, tradizioni, creatività legati al settore dell'alimentazione, dall'altra gente che muore per la fatica e il caldo nelle campagne cotte dal sole (tre casi recentemente in Puglia).  
Queste tragedie ci fanno “scoprire” che in Italia faticano nei campi, per un salario minimo, circa quattrocentomila stagionali reclutanti, spesso, dai cosiddetti caporali.
E non è detto che in qualche angolo della Valdichiana non accada lo stesso, non si muore ma probabilmente c’è chi lavora sottopagato e senza un briciolo di garanzie.

Sono le contraddizioni di questo tempo in cui con la domotica si gestisce una casa a distanza e c’è gente che dorme sotto i ponti in pieno centro di Roma.

Come collegare il progresso tecnologico con l’equità non è una cosa da relegare tra le ipotesi possibili del futuro che verrà.
Questo problema diventa una questione centrale difronte ai cambiamenti che travolgono la nostra epoca: le onde migratorie, lo stato di degrado del pianeta, il fanatismo che attecchisce come una mala pianta. 
Perdersi dietro le polemiche se sia giusto, o no che il Presidente del Consiglio vada con l’aereo di stato a una finale di tennis (un viaggio che forse si poteva risparmiare) invece che interrogarsi su quello che ci sta accadendo attorno non solo è stupido ma autodistruttivo.
Il vero problema è che spesso non ci frega nulla di quello che succede di là dal recinto di casa, per questo la politica diventa pettegolezzo e il contraddittorio si trasforma in insulto.
Eppure le questioni importanti, quelle che deleghiamo non si sa bene a chi, rischiano di ricaderci tutte in testa. Quando questo accadrà, ci farà parecchio male.
Si può tentare di ripartire?
Pensiamo di sì. 
Sempre che ci sia la voglia di rimettere in moto i neuroni. Le possibili soluzioni hanno un unico punto di partenza: uguali opportunità per tutti. Questo semplice assioma, che tutti dicono di voler applicare, è invece disatteso e molte volte ignorato. Il merito, il valore delle persone, va a farsi fottere ed i furbetti, per indole o eredità, vanno avanti.
Una sinistra moderna e riformista dovrebbe ripartire da qui. Cosa per niente facile, basta guardare le polemiche dell’attualità politica per capire che la strada è ancora lunga.
Il risultato è che la gente continuerà a morire nei campi e il 10% della popolazione a detenere l’80% della ricchezza.
Con buona pace di tutti.


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