Strano paese l’Italia,
da una parte il grandioso evento dell’expo: tecnologie, innovazione, cultura,
tradizioni, creatività legati al settore dell'alimentazione, dall'altra gente
che muore per la fatica e il caldo nelle campagne cotte dal sole (tre casi
recentemente in Puglia).
Queste tragedie
ci fanno “scoprire” che in Italia faticano nei campi,
per un salario minimo, circa quattrocentomila stagionali reclutanti, spesso, dai
cosiddetti caporali.
E non è detto
che in qualche angolo della Valdichiana non accada lo stesso, non si muore ma
probabilmente c’è chi lavora sottopagato e senza un briciolo di garanzie.
Sono le contraddizioni di questo tempo in cui con la domotica si
gestisce una casa a distanza e c’è gente che dorme sotto i ponti in pieno
centro di Roma.
Come collegare il progresso tecnologico con l’equità non è una cosa
da relegare tra le ipotesi possibili del futuro che verrà.
Questo problema diventa una questione centrale difronte ai
cambiamenti che travolgono la nostra epoca: le onde migratorie, lo stato di
degrado del pianeta, il fanatismo che attecchisce come una mala pianta.
Perdersi dietro le polemiche se sia giusto, o no che il Presidente
del Consiglio vada con l’aereo di stato a una finale di tennis (un viaggio che
forse si poteva risparmiare) invece che interrogarsi su quello che ci sta
accadendo attorno non solo è stupido ma autodistruttivo.
Il vero problema è che spesso non ci frega nulla di quello che succede
di là dal recinto di casa, per questo la politica diventa pettegolezzo e il contraddittorio si trasforma in insulto.
Eppure le questioni importanti, quelle che deleghiamo non si sa bene
a chi, rischiano di ricaderci tutte in testa. Quando questo accadrà, ci farà
parecchio male.
Si può tentare di ripartire?
Pensiamo di sì.
Sempre che ci sia la voglia di rimettere in moto i neuroni. Le
possibili soluzioni hanno un unico punto di partenza: uguali opportunità per
tutti. Questo semplice assioma, che tutti dicono di voler applicare, è invece
disatteso e molte volte ignorato. Il merito, il valore delle persone, va a
farsi fottere ed i furbetti, per indole o eredità, vanno avanti.
Una sinistra moderna e riformista dovrebbe ripartire da qui. Cosa
per niente facile, basta guardare le polemiche dell’attualità politica per
capire che la strada è ancora lunga.
Il risultato è che la gente continuerà a morire nei campi e il 10%
della popolazione a detenere l’80% della ricchezza.
Con buona pace di tutti.
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