venerdì 25 settembre 2015

I DUBBI SUL TRASFERIMENTO DELLA CROCE IN COLLEGIATA

Talvolta accadono cose incomprensibili, poi, una ragione, si trova sempre. Nel caso del trasferimento della croce dalla Pinacoteca alla Collegiata non siamo stati capaci di scovarla.  
E allora perché ne parlate? può chiedere qualcuno.



Risposta: perché è un esempio di come le cose potrebbero essere fatte meglio.
Come tutti i Castiglionesi, siamo felicissimi della riapertura al culto della Collegiata, obiettivo raggiunto grazie all'impegno di tantissime persone e della parrocchia, però, a margine di questo evento, ci sia consentita una riflessione sul “Cristo Triumphans”, croce lignea di grande valore, trasferita dalla Pinacoteca Comunale alla Chiesa della Collegiata.
Facciamo un po’ di storia.

La Dott. Maetzke a suo tempo la definì “il più antico dipinto su tavola del territorio di Arezzo, che si può far risalire agli inizi del duecento”.
Recenti studi la avvicinano alla Croce di Rosano che, a detta degli esperti, “rappresenta uno dei più antichi testi pittorici dell'arte italiana”.
In altre parole quella di Castiglion Fiorentino è un’opera inestimabile dal punto di vista storico e artistico di cui esistono pochissimi esempi in Italia.
La nostra croce era conservata fino all'ottocento nella Pieve Vecchia, fu poi spostata in Collegiata.
Sulla proprietà non ci sono dubbi: è della parrocchia della Collegiata.
Dagli anni venti del secolo scorso quest’opera fa parte della raccolta della Pinacoteca Comunale, infatti, dopo l’Esposizione Umbro-Toscana che si tenne a Castiglion Fiorentino nel 1919, istituzioni civili ed ecclesiastiche vennero ad un accordo per esporre le opere in un museo cittadino; si stabilì allora che la nuova sede espositiva fosse il Salone Consiliare del Palazzo comunale.
Forse una ricerca di archivio sarebbe servita a chiarire i rapporti tra proprietà e comune ma nessuno si è peritato di farla.
Un ministro qualche anno fa disse: “con la cultura non si mangia”. Deve pensarla allo stesso modo anche qualcuno a Castiglioni, visto il disinteresse con cui, anche gli addetti ai lavori, hanno seguito la vicenda.
Errore. Lo sviluppo del turismo, la valorizzazione dei beni artistici, la loro promozione legata al marketing territoriale dimostra che con la cultura “si può mangiare”.
Bisogna essere però capaci di ottimizzare quello che abbiano.
Con la vicenda del Cristo Triumphans si è fatto un passo indietro.
Sia chiaro, non contestiamo la legittimità dell’intervento della Diocesi. Contestiamo il fatto che si sia voluto trasferire un’opera così importante dal museo alla Collegiata senza una ragione apparente.
Che la Croce fosse stata in Collegiata non se lo ricordava ormai più nessuno, non è mai stata un oggetto di culto particolare e per di più mal si adatta allo stile neoclassico ridondante di ampi spazi vuoti.
Quest’operazione ha prodotto un impoverimento della Pinacoteca e una sicura diminuzione delle possibilità di godimento dell’opera, per altro collocata in alto, in una situazione che poco si concilia con le sue ridotte dimensioni e avendo alle spalle l’organo che ne impedisce una visuale corretta.
Ci domandiamo cosa succederebbe se qualcuno, com'è accaduto da noi, chiedesse la restituzione dei beni privati presenti nei musei italiani? La metà delle raccolte chiuderebbe il giorno dopo.
Faremmo così un bel servizio alle comunità e all'economia turistica? Pensiamo di no.

Non entriamo negli antefatti di come questa cosa sia potuta accadere. Diciamo solo che chi doveva tutelare il patrimonio del museo ha mostrato un’inerzia preoccupante. A questo punto chiediamo una sola cosa che vi sia un monitoraggio continuo della salute dell’opera perché non è detto che la sede della Collegiata sia quella più adatta per la sua conservazione. 

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