Talvolta
accadono cose incomprensibili, poi, una ragione, si trova sempre. Nel caso del trasferimento della croce dalla Pinacoteca alla Collegiata non siamo stati capaci di scovarla.
E allora
perché ne parlate? può chiedere qualcuno.
Risposta: perché è un esempio di come le cose potrebbero essere fatte meglio.
Come
tutti i Castiglionesi, siamo felicissimi della riapertura al culto della Collegiata,
obiettivo raggiunto grazie all'impegno di tantissime persone e della parrocchia,
però, a margine di questo evento, ci sia consentita una riflessione sul “Cristo
Triumphans”, croce lignea di grande valore, trasferita dalla Pinacoteca
Comunale alla Chiesa della Collegiata.
Facciamo
un po’ di storia.
La Dott.
Maetzke a suo tempo la definì “il più antico dipinto su tavola del territorio
di Arezzo, che si può far risalire agli inizi del duecento”.
Recenti studi
la avvicinano alla Croce di Rosano che, a detta degli esperti, “rappresenta
uno dei più antichi testi pittorici dell'arte italiana”.
In altre parole quella di Castiglion
Fiorentino è un’opera inestimabile dal punto di vista storico e artistico di
cui esistono pochissimi esempi in Italia.
La nostra croce era conservata fino all'ottocento nella Pieve Vecchia, fu poi spostata in Collegiata.
Sulla proprietà
non ci sono dubbi: è della parrocchia della Collegiata.
Dagli anni
venti del secolo scorso quest’opera fa parte della raccolta
della Pinacoteca Comunale, infatti, dopo l’Esposizione Umbro-Toscana che si tenne
a Castiglion Fiorentino nel 1919, istituzioni civili ed ecclesiastiche vennero
ad un accordo per esporre le opere in un museo cittadino; si stabilì allora che
la nuova sede espositiva fosse il Salone Consiliare del Palazzo comunale.
Forse una
ricerca di archivio sarebbe servita a chiarire i rapporti tra proprietà e
comune ma nessuno si è peritato di farla.
Un ministro
qualche anno fa disse: “con la cultura non si mangia”. Deve pensarla allo
stesso modo anche qualcuno a Castiglioni, visto il disinteresse con cui, anche
gli addetti ai lavori, hanno seguito la vicenda.
Errore. Lo sviluppo del turismo, la valorizzazione dei beni artistici, la
loro promozione legata al marketing territoriale dimostra che con la cultura “si
può mangiare”.
Bisogna essere però capaci di ottimizzare quello che abbiano.
Con la vicenda del Cristo Triumphans si è fatto un passo indietro.
Sia chiaro, non contestiamo la legittimità dell’intervento della Diocesi.
Contestiamo il fatto che si sia voluto trasferire un’opera così importante dal
museo alla Collegiata senza una ragione apparente.
Che la Croce fosse stata in Collegiata non se lo ricordava ormai più
nessuno, non è mai stata un oggetto di culto particolare e per di più mal si
adatta allo
stile neoclassico ridondante di ampi spazi vuoti.
Quest’operazione
ha prodotto un impoverimento della Pinacoteca e una sicura diminuzione delle
possibilità di godimento dell’opera, per altro collocata in alto, in una situazione
che poco si concilia con le sue ridotte dimensioni e avendo alle spalle l’organo
che ne impedisce una visuale corretta.
Ci
domandiamo cosa succederebbe se qualcuno, com'è accaduto da noi, chiedesse la restituzione dei beni privati presenti nei musei italiani? La metà delle
raccolte chiuderebbe il giorno dopo.
Faremmo così
un bel servizio alle comunità e all'economia turistica? Pensiamo di no.
Non entriamo
negli antefatti di come questa cosa sia potuta accadere. Diciamo solo che chi
doveva tutelare il patrimonio del museo ha mostrato un’inerzia preoccupante. A
questo punto chiediamo una sola cosa che vi sia un monitoraggio continuo della
salute dell’opera perché non è detto che la sede della Collegiata sia quella
più adatta per la sua conservazione.
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