Tutti parlano, parlano e ciarlano, ciarlano e parlano, eppure
basterebbe citare alcuni brevi motti, ricavati dalla saggezza latina per capire
il senso delle cose e provare a rimediare ai danni fatti:
Parvum parva decet: Le piccole preoccupazioni fanno parlare quelle
grandi lasciano muti.
Smettiamo dunque di pensare che i piccoli problemi quotidiani non
contino nulla di fronte al formarsi di un’opinione sociale. Fa molto più danno
vedere qualcuno che non paga il biglietto su di un treno e con arroganza si ribella
al controllore che cento discorsi da un palco.
Parvula despiciens conquirit maxima nunquam: Disprezzando le piccole
cose non si conquistano quelle grandi.
Non è sottovalutando le cose che pesano nella vita della gente comune:
le liste di attesa a un pronto soccorso, le difficoltà a pagare un mutuo, la
sofferenza di non avere i denari per mandare il figlio all’asilo nido, una pensione che non consente di pagare
contemporaneamente le bollette e una visita specialistica, che si raggiungono i
grandi obbiettivi. Perché, in democrazia, le spinte che arrivano dal basso sono
importanti quanto le teorie dei grandi pensatori.
Parvus pendetur fur, magnus abire videtur: il piccolo ladro viene
impiccato mentre il grande viene visto fuggire.
Non possiamo non considerare la sete di giusta della gente, un moto che
qualcuno ha trasformato furbescamente in una rivolta disordinata. La lotta ai
privilegi, alla diseguaglianza, all’opulenza che diventa spreco è nel DNA della
sinistra, perché l’abbiamo persa? Cominciamo a darci delle risposte e forse
troveremo la strada.
Patria mea totus hic mundus est: La mia patria è tutto questo mondo. Questo è un concetto bello ma complicato, se non lo colleghiamo con un
altro e cioè Patria est ubicumque est bene: La patria è dove si sta bene. E se
dentro questi schemi che si chiamano globalizzazione, multiculturalità, la
gente si sente insicura, impaurita dobbiamo capire come rimediare. Perchè
altrimenti prende ragione chi vuol tornare alle piccole patrie, che è come dire
andiamo fare le comparse nel palcoscenico della storia. Tuttavia non possiamo
nemmeno pretendere di fare gli attori abdicando ai nostri valori, alla nostra
cultura, alle nostre tradizioni.
I nostri antenati avevano capito molte cose che oggi noi tendiamo a dimenticare.
Non vogliamo ragione di siffatte questioni con spirito libero e senza schemi
pre-costituiti? Benissimo, “ognun per se e Dio per tutti”. Però Il pericolo l’abbiamo
davanti agli occhi: quello che per rabbia, disperazione, rassegnazione o vacua
speranza si affidi l'ovile pieno al lupo di montagna: Plenum montano credis
ovile lupo.
Con tutto quello che ne consegue.
Paolo Brandi
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