Qualcuno
ha avuto l’idea di attaccare, con il nastro adesivo, due frasi, una di Bukowski,
l’altra di Conrad, sulle colonnette che sorreggono il piccolo porticato della Maestà
di Mammi.
Non
conosco la ragione del gesto, comunque sia lo considero un atto gentile. Se è
vero come diceva Goethe che “si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche
canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire
qualche parola ragionevole” quell'atto così bizzarro, mi appare meno bizzarro.
M’indica
che le parole poetiche, nella loro relazione grammaticale e sentimentale, ci aiutano
a capire il mondo meglio delle immagini di una Polaroid e delle frasi da 120 battute.
So
bene che è faticoso concentrarsi nella lettura, perché costringe a pensare e
non è detto che alla fine ci si capisca qualcosa. Però, come dicevo, aiuta. Per
questo forse dovremo, per qualche minuto, mettere il silenziatore alla
grancassa e fermarsi, come suggeriva Goethe, ad ascoltare musica, a leggere e
alla fine tirare fuori qualche frase sensata.
Accolgo
l’obiezione di chi dice che queste cose si possono fare con la pancia piena. E’
vero, è più facile essere incazzati che tranquilli quando c’è incertezza, quando
le ingiustizie sono palesi, quando al merito si sostituisce la raccomandazione,
quando assistiamo impotenti a un mondo che si ribalta su se stesso.
Non
è facile perdersi tra le note musicali quando intorno soffia la tempesta. Però
uno sforzo dobbiamo pur farlo. Ci sono tante cose da scoprire e da recuperare:
sicurezze, principi, identità. Ma per far questo non serve affidarsi all'istinto predatorio, mostrando i canini come lupi, perché mordi, mordi, alla fine non
rimarrà più nulla da sbranare.
L’unica
strada è trovare un equilibrio diverso, che però non metta in crisi i nostri valori,
che io continuo a considerare parte fondamentale della nostra storia. E la
storia, nella vita delle persone, è importante perché “chi non conosce la
storia è condannato a ripeterla”.
Per
questo ringrazio chi ha appeso quelle frasi sulle colonne della Maestà, perché
mi ha dato una mano a riflettere.
Paolo Brandi
Nessun commento:
Posta un commento