sabato 8 settembre 2018

DUE PICCOLI CARTELLI APPESI ALLE COLONNE DELLA MAESTÀ’ DI MAMMI

Qualcuno ha avuto l’idea di attaccare, con il nastro adesivo, due frasi, una di Bukowski, l’altra di Conrad, sulle colonnette che sorreggono il piccolo porticato della Maestà di Mammi.
Non conosco la ragione del gesto, comunque sia lo considero un atto gentile. Se è vero come diceva Goethe che “si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole” quell'atto così bizzarro, mi appare meno bizzarro. 
M’indica che le parole poetiche, nella loro relazione grammaticale e sentimentale, ci aiutano a capire il mondo meglio delle immagini di una Polaroid e delle frasi da 120 battute.
So bene che è faticoso concentrarsi nella lettura, perché costringe a pensare e non è detto che alla fine ci si capisca qualcosa. Però, come dicevo, aiuta. Per questo forse dovremo, per qualche minuto, mettere il silenziatore alla grancassa e fermarsi, come suggeriva Goethe, ad ascoltare musica, a leggere e alla fine tirare fuori qualche frase sensata.
Accolgo l’obiezione di chi dice che queste cose si possono fare con la pancia piena. E’ vero, è più facile essere incazzati che tranquilli quando c’è incertezza, quando le ingiustizie sono palesi, quando al merito si sostituisce la raccomandazione, quando assistiamo impotenti a un mondo che si ribalta su se stesso. 
Non è facile perdersi tra le note musicali quando intorno soffia la tempesta. Però uno sforzo dobbiamo pur farlo. Ci sono tante cose da scoprire e da recuperare: sicurezze, principi, identità. Ma per far questo non serve affidarsi all'istinto predatorio, mostrando i canini come lupi, perché mordi, mordi, alla fine non rimarrà più nulla da sbranare. 
L’unica strada è trovare un equilibrio diverso, che però non metta in crisi i nostri valori, che io continuo a considerare parte fondamentale della nostra storia. E la storia, nella vita delle persone, è importante perché “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.
Per questo ringrazio chi ha appeso quelle frasi sulle colonne della Maestà, perché mi ha dato una mano a riflettere.

Paolo Brandi

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