Che
cosa può salvare l’anima e il destino dei centri storici?
La
risposta non è per niente facile, non a caso, generazioni di amministratori si sono
dannate senza, alla fine, trovare una soluzione che accontentasse tutti.
La
prima cosa da dire è che i centri storici non sono uguali: ci sono quelli isolati,
ci sono quelli che si collegano con le periferie, ci sono quelli ridotti a città
fantasma. E poi, senza offendere nessuno, ci sono quelli belli e quelli brutti,
ci sono quelli pieni di storia e quelli imbottiti di miserie.
Castiglion
Fiorentino rientra nella categoria dei centri storici belli e per certi versi incontaminati:
basta un giro in via Adimari, a S.Lazzo, in Via Rosa, in vicolo Bongini, per rendersi
conto di quello che dico.
La
parte storica di Castiglioni ha grandissime potenzialità e può diventare il volano
di un nuovo modello di sviluppo. Ma, per essere tale, deve diventare il luogo
dell’efficienza, un contenitore d’idee, un incubatore di progetti. Uno spazio
fisico dove la capacità amministrativa sfidi, senza paure, i luoghi comuni e i
pregiudizi.
Il
primo tema è quello del traffico e della sosta, ci sono le condizioni, almeno d’estate,
per liberarci dal traffico e da una sosta invasiva e pervasiva?
Una
volta fatto questo, ci sono le condizioni per recuperare, attraverso un piano d’iniziativa
pubblico-privata, i fondi commerciali e artigianali sfitti e/o in abbandono?
È
possibile pensare a un piano di valorizzazione economico/culturale dei palazzi
storici o almeno di alcuni di essi? In ultimo ma non ultimo, è possibile
rivitalizzare la rete commerciale che, di fatto, rappresenta la spina dorsale
di ogni centro storico?
Un
tempo c’erano tante piccole botteghe. Oggi, sono sopravvissuti pochi punti
vendita tradizionali, in compenso si è assistito a uno sviluppo, assai
interessante, di ristoranti e gastronomie, concentrato però nell'asse
principale. E’ un passo avanti ma non basta, perché la grande bellezza del nostro
centro storico è data dall'armonia del suo insieme e non possano convivere aree
piene di vita con altre soggette al degrado e all'abbandono.
Il commercio, in
tal senso, può svolgere una funzione essenziale. Per questo va aiutato e
sostenuto con sgravi fiscali, aiuti ai giovani, nuovi modelli imprenditoriali. L’obiettivo
deve essere duplice: più lavoro e tutela di un bene immenso fatto di storia e
arte.
Attenti però a
non cadere nel rimpianto per i bei tempi andati. Qui si parla di modernità, le
nuove botteghe devono essere smart, connesse con il mondo, multifunzionali,
animate, devono rappresentare un esempio di futuro positivo.
Serve uno
sforzo collettivo, un’alleanza tra istituzioni, associazioni di categoria e
cittadini per ridisegnare insieme il futuro del paese.
Paolo Brandi
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